Ma la sentenza, che prevede il reintegro alle mansioni originarie, non è stata ancora eseguita dall’ente. E i legali della vittima annunciano il via al pignoramento.
Secondo la magistratura ha subito dal Comune un mobbing che oltre a costringerla alla sostanziale inattività le ha anche provocato un danno psicologico rilevante. Risultato: il tribunale del lavoro di Nola ha condannato l’ente al pagamento dei danni morali e materiali. Il Comune dovrà risarcire all’ex capo dell’ufficio tecnico, l’architetto Lucia Casalvieri, 56 anni, e ai suoi legali, una cifra netta che, calcolata sulla base delle rivalutazioni dell’importo base di 65mila euro, ammonta a oltre 85mila euro. E tutto questo per un periodo di soli tre anni e nove mesi presi in considerazione dalla giudice Carmen Maria Pigrini, e cioè da quando è iniziato il mobbing, nel giugno del 2010, fino alla data in cui è stato notificato all’ente il ricorso della dipendente comunale, cioè nel marzo del 2014. Ma ora che il Comune è stato condannato Lucia Casalvieri è intenzionata a fare causa anche per il periodo che va dal 2014 al 2020. “Perché – sostiene – il mobbing ai miei danni non è mai cessato”. Intanto non è stata ancora eseguita la sentenza del tribunale, che risale al novembre dell’anno scorso. Per questo motivo i legali dell’architetto Casalvieri ieri hanno annunciato di aver avviato la procedura di pignoramento delle casse comunali. Il risarcimento per il mobbing potrà però essere liquidato solo dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale di una delibera relativa ai debiti fuori bilancio provocati dal riconoscimento delle somme. A quel punto l’architetto potrà essere pagata. Contestualmente il Comune dovrà per legge inviare tutti gli atti alla Corte dei Conti per l’eventuale individuazione di responsabilità personali in questa vicenda. Resta il rischio del pignoramento alle casse pubbliche. Ci si chiede come mai finora il Comune non abbia ancora risarcito la vittima del mobbing. “Premesso che sono abituata al rispetto delle istituzioni – replica l’assessore al personale Elvira Romano – e nel caso specifico della magistratura, è evidente che è una questione tecnica e non politica, della quale si occuperà il dirigente dell’ufficio preposto. Se i giudici della Corte dei Conti dovessero chiamarci noi saremo pronti a rispondere”. Resta il fatto che tutta la storia sembra assumere un rilevante connotato sociale e quindi politico. “L’assessore al personale è una carica politica”, chiude il discorso l’assessore. La giudice ha riconosciuto a Casalvieri oltre al demansionamento anche disturbi psichici derivanti dall’inattività lavorativa che vanno dalla “depressione” alla “depersonalizzazione”. “Sono stata in cura per molto tempo – spiega l’ex dirigente dell’ufficio unificato per l’urbanistica, i lavori pubblici e l’ambiente – il mio incubo iniziò nel giugno del 2010: mi tolsero l’incarico che avevo assunto nel 2007 e mi relegarono in un ufficio amministrativo, al primo piano del municipio. Da allora ho subito cinque trasferimenti. Il periodo più nero è stato quando mi misero nella biblioteca comunale, a occuparmi di Protezione Civile da sola. Non mi furono assegnati né strumenti né fondi né risorse umane per cui mi misero praticamente con le spalle al muro e dovetti chiedere aiuto al centro di igiene mentale del’Asl”. Nel curriculum di Lucia Casalvieri figura la partecipazione alla stesura del piano regolatore di Pomigliano. Ai lavori per il nuovo puc non ha partecipato. A questo proposito nella sentenza è stato fatto rilevare che il Comune per redigere il nuovo strumento edilizio ha conferito un incarico a tecnici esterni per un importo di oltre 200mila euro.