PNV: una rivoluzione culturale contro i roghi

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Operazioni di spegnimento dell'incendio di ieri a Somma

 

A ventidue anni di distanza dalla creazione del PNV e a molti di più da quando s’è capito che la natura andrebbe difesa, stiamo ancora a parlare di antincendio boschivo e lotta contro gli incendiari.

A volte le coincidenze sono impressionanti, proprio come è accaduto lo scorso mese di marzo con l’inaugurazione del restaurato castello mediceo, sede del PNV LEGGI , così ieri, un incendio, anche stavolta a Somma, divampa proprio lo stesso giorno in cui ci si riunisce presso la sede del Parco e proprio per discutere sui roghi delle ultime settimane.

Sarà la siccità, sarà stato il vento caldo dell’estate ma quando le coincidenze si susseguono con tale ciclicità, incominciano a diventare indizi. La cosa grave è che questi indizi sono anni che non vengono recepiti e sono anni ormai che ci tocca fare la cronaca ed essere testimoni inermi di un Parco Nazionale che va letteralmente in fumo.

Ieri sera, solo per il pronto intervento della protezione civile è stato scongiurato il peggio, si è evitato che le fiamme, oltre a diffondersi nel bosco, raggiungessero le case della frazione di Santa Maria a Castello a Somma Vesuviana LEGGI  VEDI.

Sempre ieri, in mattinata, c’è stato anche un incontro tra le parti in causa presso la sede del Parco Nazionale per fare il punto della situazione sul Piano AIB 2017. Si è chiesto in pratica, ai rappresentanti dei pochi comuni intervenuti, di stimolare la costituzione o il rafforzamento dei gruppi di Protezione Civile locali, di raccordarli tra loro, con il Parco e con i VVF. Azione un po’ tardiva, visto che sono mesi ormai che gli incendi scoppiano a macchia di leopardo lungo tutto il territorio del PNV ma, meglio tardi che mai! Vedremo cosa partorirà quest’ennesimo stato generale delle buone intenzioni e dello scaricabarile delle responsabilità.

Oggi invece si terrà ad Ercolano un corteo al quale pare parteciperanno tutti, vittime e carnefici, attivisti di strada e da FB, gli ecologisti verdi e quelli scagnati e così, mentre a Roma si discute, Sagunto viene espugnata, o brucia, come in questo caso, e come qualcuno ama sottolineare comodamente dietro un pc, mentre costruisce certosinamente il suo curriculum ambientale. Per molti però, più che curare la cosa pubblica, più che tutelare l’ambiente e la salute dei cittadini, conviene più partecipare ad un corteo che affrontare problemi che mai risolverà. Ci sarà chi chiederà esercito, telecamere e droni, Goldrake, Geeg robot d’acciaio e Capitan Harlock ma non muoverà un dito verso le reali problematiche del territorio. Tutti annuiranno, qualcuno applaudirà e con le facce meste si sentiranno tutti protagonisti della celebrazione di un nulla che avrà però conseguenze letali per tutti, loro stessi compresi.

Come se tutto ciò poi bastasse per risolvere un problema ormai conosciuto da tutti ma da molti sottaciuto, quello dell’economia sommersa del nostro territorio, quella che produce i rifiuti speciali e pericolosi e che vengono scaricati e bruciati nelle nostre terre. L’importante è andare avanti, e sperare che la malasorte non tocchi anche noi, quel che importa non è la realtà e che questa venga compresa, ma l’illusione che si offrirà all’elettore, nulla di più. Perché toccare quell’economia nascosta, quella che nessuno vorrà e potrà mai toccare, perché significherebbe attuare una rivoluzione sconvolgente per le nostre latitudini, significherebbe rivoltare come un guanto un tessuto sociale anarchico ed individualista e che non si riconosce se non nei propri meschini interessi personali.

Molti si chiederanno, qual è allora la soluzione? Morire in silenzio sotto questi veleni quotidiani? No di certo! C’è bisogno come ho scritto sopra di una rivoluzione culturale, radicale e diffusa a tutti gli strati della società; non una rivoluzione violenta dove c’è chi la spara più grossa per mettere in luce più se stesso che la problematica, ma quel movimento radicale che inizia nelle famiglie e che passa per le scuole ed arriva fino alle istituzioni, quella rivoluzione chiamata coerenza.

L’INCENDIO DI IERI A SOMMA