Una folla di onorevoli, di funzionari alti e bassi, di sindaci e di assessori del Vesuviano, di principi baroni e giornalisti arriva a Ottajano. Per festeggiare il “pareggiamento” del Ginnasio.( E’ il primo di tre articoli dedicati al Liceo “Diaz”).
A leggere la cronaca dell’evento su alcuni giornali napoletani, il “Mattino”, il “Vesuvio”, il “Don Marzio” e il “Pungolo”, pare di sentire la marcia trionfale dell’Aida. E’ il 22 ottobre del 1905. Alle 10.30 arrivano alla stazione di Ottajano, accolti dal sindaco Gionti, da tutti i “distinti galantuomini” della città e dal “Comitato Feste” – i Comitati Feste nella storia di Ottajano: suggerisco questo tema agli studiosi – arrivano, dicevo, il Sottoprefetto di Castellammare, due signori che avevano tenuto la Sottoprefettura di Nola, il Deputato on. Guarracino con signora, una manciata di consiglieri provinciali con le signore, il Provveditore, il sindaco di Somma con tre assessori – uno di essi si chiama Cimmino -, il sindaco di Poggiomarino Enrico Cantore con due assessori e tre consiglieri, il cav. Liguori Primo Cittadino di Sant’ Anastasia, i sindaci di Cercola, di Ponticelli e di Saviano, un alto prelato della Curia Nolana, magistrati, avvocati, presidenti di Circoli, docenti inviati in missione a rappresentare Istituti del Napoletano e di Terra di Lavoro, “e le colonie dei villeggianti di Somma, Sant’ Anastasia, Pollena Trocchia”, guidati dai Caracciolo e dall’ avv. Sorrentino con la scorta dei suoi assistenti. E arrivano i baroni. Almeno sette: una folla di ospiti accolta da una folla di Ottajanesi. Un’ora prima il sindaco Gregorio Gionti, notaio in Terzigno, e i suoi assessori avevano distribuito ai poveri “ boni di pasta e pane”: 400 dice una relazione (la copia mi è stata fornita da Luigi Mazza), 600 ne conta, invece, il cronista del “Don Marzio”. La domenica precedente c’era stata un’altra distribuzione: al pane e alla pasta i generosi “galantuomini” avevano aggiunto un bicchiere di vino per ognuna delle “teste” che componevano le famiglie degli infelici.
Dalla stazione il nobile corteo sale verso la sede del Ginnasio intitolato a Giacomo Leopardi: lungo le strade, coronate da “archi trionfali” – così dicono i documenti –, è spettacolare lo sventolio di “festoni e di bandiere”, e dai balconi signore e signorine fanno cadere sulla folla “fazzolettini multicolori” con la scritta: “Ottajano festeggia il pareggiamento del Ginnasio Giacomo Leopardi”. Perché di questo si tratta: il ginnasio, da privato, diventa “pareggiato”. Una festa di tale portata oggi non la organizzerebbero nemmeno per un concittadino che abbia vinto, mettiamo, la finale di Masterchef o uno di quei concorsi che mette su la De Filippi… Nel 1905 la organizzarono per una scuola. Erano tempi veramente strani. Tuttavia suggerisco ai mastri di festa ottajanesi di prender nota di quei fazzolettini lanciati sulla folla: l’effetto è pittoresco e sopra ci si può scrivere di tutto. Il corteo passa davanti alla “ Vetraia dei signori Scudieri”, alla bandiera nazionale che copre quasi tutto il portone, e a una orchestrina che suona inni e marce, mentre sulla distilleria dei Saviano, che sta di fronte, sventolano le bandiere dei Paesi in cui i Saviano esportano i loro vini. Davanti alla sede del Ginnasio c’è ovviamente l’arco trionfale più trionfante, ornato di figure e di fiori, opera, come tutto il resto, della ditta Maresca: fiori e festoni ornano anche i portici del cortile e “i giardini all’inglese” curati personalmente dal Cav. Alfonso Chierchia, il patrono del Convitto, che ha affidato il rettorato della scuola “pareggiata” al suo collaboratore Giuseppe Di Tullio.
I discorsi sono degni dell’apparato. Il sindaco “funzionante” Gionti dice che la festa è non solo di Ottajano, ma di tutti i Comuni vesuviani, “i quali tutti dal ginnasio Giacomo Leopardi traggono benefizio e vantaggio”. Egli “invia il reverente saluto di tutto il popolo” al ministro della pubblica istruzione Leonardo Bianchi, psichiatra e neurologo di fama mondiale, il quale proprio in quei mesi stava realizzando il suo progetto di portare le scuole primarie in ogni angolo del Paese, e di permettere ai poveri di frequentarle gratuitamente. Il sindaco dice che un ministro della P.I. è l’ “anima di ogni Stato, presiede ai destini dell’umanità, facendo gli uomini, rifacendo i popoli”. Certo, l’ inno del sindaco suona un poco come un’ “allisciata” al governo: la cosa però non lo salva l’anno dopo, quando il Vesuvio incomincia ad eruttare e il sindaco viene sospeso dal prefetto, che l’accusa di essere stato tra i primi a fuggire. L’on. Guarracino dichiara che Ottajano, “ sebbene topograficamente segni” il confine del suo collegio elettorale – il collegio di Castellammare – , rappresenta tuttavia “il centro” dei suoi “affetti”: come si vede, i sentimenti e le parole dei politici sono sempre gli stessi. Ma l’on. Guarracino ha il buon gusto di ricordare che la conquista del pareggiamento è merito, prima di tutto dell’on. Gianturco, e anche, un poco, degli onn. Mantica e Pansini,.
Al cav. Alfonso Chierchia vengono donate una medaglia d’oro, una pergamena e la cittadinanza onoraria di Ottajano. Quest’ultimo onore a qualcuno sembrò eccessivo: quali sarebbero stati in definitiva i meriti del Chierchia? aprire un convitto a Ottajano e organizzarlo e amministrarlo in modo tale che l’ istituto attirò subito alunni da ogni parte della Campania e dopo pochi anni di attività ottenne di essere pareggiato alle scuole governative. Tutto qui ? Incontentabili noi Ottajanesi lo siamo da sempre: questa costanza potrebbe essere un pregio.
Dopodomani ricorderò due alunni del Ginnasio “Leopardi” che morirono da eroi nella I guerra mondiale.