Ottaviano, si rinnova il 3 maggio la processione con la reliquia della Santa Croce

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San Michele Arcangelo

La città di Ottaviano può vantarsi di possedere, tra le sue bellezze sacre, una reliquia della Santa Croce dal potere taumaturgico. Ogni anno, il 3 maggio, una solenne processione si snoda per le vie cittadine, partendo dalla monumentale Chiesa di San Michele Arcangelo fino ad arrivare alla Chiesa di San Lorenzo.

 

 

E’ una tradizione che risale al 1659, quando un frate ottavianese, Francesco della Pietra o.f.m. (1622 – 1676), portò da Gerusalemme un prezioso cimelio della Santa Croce o Stauroteca: un reliquiario destinato a contenere frammenti di legno della vera Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. Fu un nipote del frate, d. Agnello Cozzolino, con i suoi figli a chiedere con insistenza allo zio francescano di portare dalla Terra Santa qualche preziosa reliquia, possibilmente un frammento della vera Croce del Signore da porsi alla venerazione dei fedeli nell’antichissima chiesetta di S. Croce, di loro proprietà, e risalente al 1004.

In questo luogo sacro già si venerava ab antiquo un’altra Santa Croce, di cui però non esisteva alcun documento di autenticità, come riferisce il compianto Mons. Luigi Saviano nella sua opera dal titolo La storia di Ottaviano (7 volumi). La chiesetta di S. Croce, purtroppo, fu abbattuta nell’ultimo decennio del secolo scorso per aprire l’attuale strada Umberto I, che da San Lorenzo sale a Piazza Municipio. La vecchia Croce, quella senza l’attestato di autenticità, presente ancora nel 1966, fu rubata nella chiesa di San Lorenzo, dove era stata collocata.

San Lorenzo

La nuova ed autentica Croce, invece, arrivata da Gerusalemme, rimase nella chiesetta dei Signori Cozzolino per circa tre anni, quando i proprietari decisero di farne dono alla Chiesa Madre di S. Michele Arcangelo, poiché il 3 maggio e il 14 settembre di ogni anno, in particolare, vi era un grande afflusso di fedeli provenienti da tutti i paesi vesuviani. Secondo l’enciclopedia cattolica, quando le pratiche gallesi e romane si combinarono, la data del 14 settembre assunse il nome ufficiale di Trionfo della Croce nel 1963, ed era usato per commemorare la conquista della Croce dai Persiani, e la data del 3 maggio fu mantenuta come ritrovamento della Santa Croce da parte dell’Imperatrice Sant’Elena nell’anno 326.

Cappella attuale della Santa Croce

I signori Cozzolino – continua Mons. Luigi Saviano – fecero la loro donazione con un atto pubblico, redatto dal notaio Matteo Parisi. Il documento obbligava in perpetuo il parroco pro tempore di Ottajano (parrocchia unica), ogni 3 maggio, a portare in processione il sacro cimelio dalla Collegiale Chiesa Madre alla chiesetta di Santa Croce e là rimanere esposta alla venerazione fino alla sera. Un altro atto pubblico, redatto stavolta dal notaio Pietro Giuliano, stabilì che ogni anno la processione doveva sostare nella Piazza Cozzolino in relazione alla gratitudine della donazione fatta.

Mons. Luigi Saviano

La Stauroteca – come ci spiega il Dott. Attilio Giordano – è composta da due frammenti di legno della Santa Croce, disposti in modo da formare una croce: il primo venne portato ad Ottaviano nel 1659 ed il secondo nel 1669. Per ambedue i frammenti esistono due lettere dei Custodi della Terra Santa. La prima lettera porta la data del 24 giugno 1659 ed è a firma di Padre Michele da Filettino (+ Gerusalemme 1660), mentre la seconda, datata l’8 luglio 1669, è a firma di Padre Teofilo da Nola (Testa Domenico), custode di Terra Santa fino al 1673. Frate Francesco della Pietra non fece altro che adattare a forma di croce le due particelle nella teca.

Nel 1672, sorprendentemente, da un inedito documento dell’Archivio di Stato di Napoli rintracciato dal dott. Attilio Giordano (Notai del XVII secolo, D’Annunziata Carlo 434/13), si viene a conoscenza che il Primicerio Don Agostino Iovino ed i Rettori Curati della Venerabile Maggiore Parrocchiale Chiesa di San Michele Arcangelo dichiararono con un atto pubblico, redatto dal notaio Carlo dell’ Annunziata, che tale processione si svolgeva esclusivamente per volere della Principessa Donna Diana Caracciolo (1604 – 1685), sposata in seconde nozze nel 1624 con Ottaviano de’ Medici, e non per altro obbligo. Ciò verificò una profonda frattura all’interno della comunità ottavianese,  che contrappose, da una parte, quelle poche famiglie vicine al principe e, dall’altra, tutta la restante popolazione, che appoggiava le vecchie disposizioni testamentarie dei Cozzolino. Resta il fatto che oggi questa processione è da ritenersi uno dei momenti più qualificanti della vita religiosa di una comunità da sempre legata alla propria storia e tradizioni.

Documento inedito

(ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI, Notai del XVII secolo, D’Annunziata Carlo 434/13),

Ottajano, 3 Maggio 1672

Vulgo loquendo; qualmenti essi Reverendi Primicerio, Rettori Curati et Clero si protestano come si sono pubblicamente protestati che nella presente funtione di accompagnare processionalmente lo legno della Santa Croce venuto da Gierusalem dalla suddetta loro Parrocchiale Chiesa alla suddetta Chiesa di Santa Croce giorno di sua festività, hanno quella fatta et fanno per loro mera devotione et voluntà et signanter per obedire alli comandi della Eccellentissima Signora D. Diana Caracciola Principessa di detta terra et non per altro obligo, atteso detti prenominati Reverendi Primicerio, Rettor Curati et Clero non tengono obligatione alcuna di fare detta funtione che perciò hanno fatto la presente requesta et protesta acciò in futurum questo presente atto non induca pregiudizio et obligo et così si sono protestati et si protestano et non altrimente.