Ottaviano: si apre una nuova strada tra Via Riella e via Paradiso

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Ottaviano: si apre una nuova strada tra Via Riella e via Paradiso.

Il sindaco prof. Biagio Simonetti e il consigliere delegato ai Lavori pubblici Vincenzo Caldarelli hanno promosso l’apertura della nuova strada da tempo richiesta dagli abitanti del rione che ha svolto un ruolo particolare nella storia di Ottaviano. Continua dunque l’attenzione degli amministratori per il sistema viario della città, perno dell’economia e dell’idea di comunità.

 

Molti toponimi ancora in uso a Ottaviano – Masche, Ciciariello, Novesche, Recupo, Scavolella, –  conservano la memoria dei tempi in cui la città era un luogo sacro all’agricoltura vesuviana e selve, vigne, giardini e frutteti davano lavoro a contadini e ad artigiani, e alimentavano il commercio e i traffici: nel 1896, quando San Giuseppe e Terzigno erano già diventati Comuni autonomi, c’erano a Ottajano 103 “trainieri”, proprietari di carri a quattro ruote e di cavalli, 12 “distillatori di spirito”, 38 produttori di vino che andavano a vendere il loro “nettare” a Napoli e nel Casertano. Numerosi erano i “bardari” e i maniscalchi, perché notevole era il numero dei cavalli (245), dei muli (120) e degli asini (108): e non dobbiamo dimenticare che i proprietari di questi preziosi animali spesso dimenticavano di dichiararne la proprietà agli uffici comunali. Richiesti in tutta la provincia e anche a Napoli erano i muratori, per la loro abilità nell’usare il tufo, il lapillo e i basoli vesuviani. A fine Settecento i Medici incrementarono tra il “Paradiso” e la “Riella” la coltivazione del’ olivo e la produzione dell’olio, affidata alla famiglia Nappo che dirigeva i tre “depositi” con i torchi: e ai tempi di Murat i Medici costruirono alla Riella una stalla per dieci cavalli, “curati” da Giovanni Striano. Anche nelle carte del Comune incominciarono a comparire i toponimi “Paradiso” e “Riella”, forma ridotta, secondo il prof. Francesco D’Ascoli, di “Ariella”, “aria salubre, cielo sereno”: il nome “Paradiso” basta da solo a farci capire la bellezza del luogo. Purtroppo, oggi pare che sopravvivano solo i ricordi: la campagna ottajanese è l’immagine drammatica di una nera verità: i “salti” del sistema sociale e del mondo del lavoro hanno condannato all’abbandono i vigneti,  le selve e gli orti con una asprezza ancora più implacabile della cenere e dei lapilli del Vesuvio: solo il “Paradiso” riesce ancora a promuovere investimenti nella costruzione e nella ristrutturazione di case destinate ad accogliere anche i turisti. Non mi recavo da anni in questo lembo di Ottaviano che, aprendosi alle spalle dei palazzi “nobili” della Terra Vecchia, era segnato da masserie, sentieri e “bassi”, splendida testimonianza di abilità nel costruire e di buon gusto. E lo rimangono ancora oggi. Sono tornato una settimana fa nel rione, e ho potuto constatare che le varie forme dell’abbandono non hanno scalfito la magia degli antichi edifici aggrappati l’uno all’altro e ancora capaci di affascinare disegnando nei moduli del passato i silenzi dei sentieri e “rivelando” agli sguardi dei visitatori i cortili densi di memorie, le finestre, l’eleganza semplice delle facciate. Il sindaco prof. Biagio Simonetti e il consigliere delegato ai Lavori Pubblici, Vincenzo Caldarelli, hanno fortemente voluto che si aprisse una strada di collegamento tra l’Ariella e via Paradiso, una strada che gli abitanti del luogo chiedevano da tempo, con una convinzione così salda che essi hanno accettato la proposta dell’Amministrazione di mettere a disposizione dell’architetto Roberto Cutolo e dei costruttori fasce consistenti dei terreni di proprietà. Una strada che si apre, in un momento in cui l’intero sistema viario di Ottaviano è sottoposto alla costruttiva attenzione degli amministratori, è, dicevano gli antichi, segno di speranza: e non è necessario spiegare il perché: ne ho parlato in un articolo pubblicato l’anno scorso, in piena campagna elettorale per l’elezione del Sindaco. E questa volta, finalmente, verrà sistemato e messo in sicurezza – per la sicurezza dei cittadini – il canale fognario “scostumato” che si apre tra l’Orto e il Paradiso.