Nuova Protezione civile. Tempi non celeri.

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Dopo la delega al governo ancora mesi per i decreti, a dispetto delle emergenze. 

Ogni cosa ha il suo tempo, ricordava lo scrittore portoghese Fernando Pessoa. Chi fa le leggi in Italia ne ha fatto una regola ferrea. Nel Paese delle tragedie, delle calamità , della rabbia collettiva per lutti e morti funeste, ci sono voluti quattro anni per riorganizzare la Protezione  civile. Capire chi deve fare, cosa e con quali poteri. Nemmeno tanto, si dirà,rispetto ad altre spinose questioni di interesse generale.Ma l’Italia è in  perenne emergenza e il cammino della legge  non è  concluso . Il 4 aprile entra in vigore la  delega del Parlamento  al governo per rimettere a posto le cose. Se ne parla dal 2012 e pensiamo  solo per un attimo a cosa è accaduto nel frattempo. Quanti morti e feriti abbiamo pianto, mentre si discuteva su chi dovesse fare e in che modo. La legge appena pubblicata sulla  Gazzetta ufficiale è rimasta ferma al Senato 16 mesi.   Ovviamente per ragioni di bilancio, di competenze, di compatibilità con altre norme e via di questo passo. Fuori accadeva di tutto. E’ composta di un solo articolo che conferisce al Governo il potere  di emanare uno o – chissà – più decreti attuativi entro i prossimi nove mesi.  Tutto  dovrà essere riorganizzato con un un  sistema policentrico con compiti a  livello centrale, regionale , comunale e intercomunale. Il governo ha anche il delicato compito di  disciplinare lo stato di emergenza e definire le “ misure per rimuovere gli ostacoli alla ripresa delle normali condizioni di vita nelle aree colpite dagli eventi calamitosi “.  Su questo punto sarà interessante vedere cosa si stabilità, data la pressione delle autonomie locali. L’inventore della Protezione civile  Giuseppe Zamberletti – dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980 – ricorda che la Protezione civile italiana è la migliore del mondo. Verissimo. I  volontari e chi li gestisce sono preziosi, indispensabili in ogni luogo . I riconoscimenti sul campo sono tutti meritati. Hanno , però, capito che intorno al loro impegno c’è anche tanta enfasi da parte di chi dovrebbe tutelari. Almeno con la rapidità con la quale accorrono in ogni emergenza. Ma chi fa le leggi, per principio, si ripete: ogni cosa ha il suo tempo.