È uscito da qualche giorno l’ultimo brano di Gabriele Esposito: ‘Na rivoluzione (sento ‘o bbene ca me faccio).
https://open.spotify.com/track/3SYjtz3RJeTSDlgQTDWaAD?si=sK7CX-2VTISGEcAnaAI_GA
Anche stavolta l’artista partenopeo, che si è fatto particolarmente notare nel corso del 2023, ha avuto la capacità di suggellare le (sue) emozioni in musica.
Gabriele, che ha iniziato il suo percorso tra le strade di Napoli, specie a Via Scarlatti nel Vomero; era già noto per brani come “Napoli lo-fi”, la cover “Me staje appennenn’ amò” e L’EP “Via Scarlatti”, che hanno registrato consensi significativi da parte del pubblico.
Lo scorso anno ha dato alla luce canzoni che sono diventate immediatamente virali: “L’unica”, “Aret ‘a nu penziero” e “Si m’annammor’”; brani caratterizzanti i tour che hanno registrato, per ogni singolo appuntamento, il tutto esaurito.
Il Brano
‘Na rivoluzione (sento ‘o bbene ca me faccio)” è stato pubblicato il 12 gennaio.
Dalle sue pagine social Gabriele ha raccontato di averla scritta in estate, nei pochi giorni di riposo dal tour estivo definendola un “atto terapeutico” che descrive un momento di rivoluzione interiore che si riversa inevitabilmente in musica.
Gabriele ci ha abituati, nel corso di questi anni, all’ascolto di una musica essenziale, chitarra e voce, capace di arrivare dritta alla camera emotiva delle persone.
La timbrica molto dolce del cantautore partenopeo ha incontrato, anche stavolta, sonorità originali.
Nel caso dell’ultimo singolo si sente l’influenza di John Mayer, cantautore e chitarrista statunitense, che è particolarmente amato da Esposito.
Questo brano è una “carezza” che parla a se stessi e agli altri: “Tutto chello ca, Tengo dint’o core ‘o metto dint’e parole” replica il ritornello che è quasi un rito iniziatico per una liberazione, una volto diverso, una condizione esistenziale nuova.
Il testo presenta frasi che rimando a concetti densi: “Torno ‘o creatura cca’ sape l’ammor addo’ sta” come a indicare la riscoperta di quello stupore, meraviglioso e ingenuo, che i bambini posseggono con originalità.
Centrale è il concetto di rivoluzione che si pone in correlazione con quello dell’amore. In questo processo di sovvertimento l’autore, come già nel sottotitolo, mette in risalto la consapevolezza che si acquisisce quando si inizia a percepire la cura che si ha per il proprio io, per la propria dimensione e come questa “pratica” si estende grazie al sentimento amoroso.
Prodotta da Kreed e dallo stesso artista, insieme con Armouann, la canzone è nata ed è stata registrata in un appartamento sulla Costiera Amalfitana in una dimensione volutamente “casalinga”; Gabriele ha scelto inoltre di mantenere le take originale di voci, chitarre e piano, proprio con l’intento di restituire la verità di quel momento.
Questo brano confluirà in un Ep in uscita nei prossimi mesi insieme ad altri brani -editi e non- del cantautore.