Messaggio accorato del papà di un bimbo in cura a Roma per un pregresso linfoma. “Maledetti coloro che hanno ucciso la nostra terra e i nostri figli”
Il presidente della Repubblica durante la festività della Liberazione, lunedi prossimo, omaggerà ad Acerra le 84 vittime civili della strage nazista del 2 ottobre 1943. Intanto l’arrivo di Sergio Mattarella il 25 aprile sta innescando il dibattito sui problemi attuali, inquinamento e malattie su tutti, problemi che il vescovo della diocesi locale, in una lettera spedita alcuni giorni fa al capo dello Stato, ha definito “la nostra guerra”. “Presidente, parli di questo”, l’invito di monsignor Antonio Di Donna. Un appello lanciato anche dalla cattedrale, durante l’omelia di Pasqua. C’è fame di ascolto. Gli ambientalisti stanno chiedendo di incontrare il presidente. Ma c’è pure chi non ci sta provando nemmeno, chi il 25 aprile non potrà salutare Sergio Mattarella dalle strade di Acerra appena rimesse in sesto. Giovanni, papà acerrano di un bimbo colpito da un linfoma, ha motivato quest’assenza con un messaggio accorato che sta spopolando sui social. “Sono il papà di Giuseppe – esordisce Giovanni rivolgendosi idealmente al capo dello Stato – un bambino che ora ha quattro anni e che due anni fa ha dovuto combattere una terribile battaglia contro un linfoma. Intanto il 25 aprile Lei farà visita alla mia città. Purtroppo non sarò presente. Sarò a Roma, all’ospedale pediatrico Bambin Gesù, per una visita programmata per mio figlio”. Giovanni de Laurentis, 44 anni, laureato in filosofia, componente della segreteria regionale di Rifondazione nonché storico militante della sinistra acerrana, sta combattendo il male con la moglie Maria. Nel messaggio ha ricordato che avrebbero voluto che il piccolo Giuseppe potesse cantare Bella Ciao al presidente, come gli hanno insegnato insieme con i valori della Costituzione, che stanno iniziando a impartirgli. “Giuseppe – aggiunge papà Giovanni – è un bimbo coraggioso. Sa che la Costituzione sancisce il principio del diritto alla salute. Ma ad Acerra purtroppo sono tanti, troppi, i bambini, anche piccolissimi, che si ammalano. Noi siamo fortunati, il decorso della malattia di nostro figlio è ancora lungo, ma siamo sulla buona strada. Qui però in questi anni ci sono stati bimbi che non ce l’hanno fatta”. Papà de Laurentis mette in guardia Mattarella. “Le racconteranno – avverte – che la nostra è una bella città, un territorio pieno di storia e di potenzialità. È vero. Ma è anche una terra maledetta. Maledetti sono i criminali che l’hanno sventrata per riempirla di rifiuti; maledetti sono quelli che hanno chiuso un occhio, politici, forze addette ai controlli, persone compiacenti; maledetti sono quelli che continuano ad offendere questa terra, a non fermare tutto e provare a capire quest’aria mefitica, questo veleno che ci scorre nelle vene, da cosa sia generato”. Il polo degli impianti di trattamento dei rifiuti, le discariche, il termovalorizzatore, le polveri sottili: “ E c’è chi vuole aggiungere veleno a veleno, morte a morte, in nome del profitto, di un falso progresso”. “Si dice – eccepisce Giovanni – che molto dipende dagli stili di vita. Lo si spieghi a Giuseppe e a tutti gli altri. Lo si dica a noi inermi genitori che abbiamo le orecchie bruciate dai loro pianti e la gola tagliata dai nostri”. Quindi, l’appello: “Caro Presidente, aiuti questi bambini, la nostra terra. Chieda che si faccia chiarezza, che si fermi tutto, che si studi la nostra aria, il nostro sangue, che si individuino responsabili ma soprattutto soluzioni”. “E’ una vicenda personale e una denuncia collettiva – ha commentato, interpellato ieri, de Laurentis – per mio figlio fortunatamente il peggio è alle spalle, dopo operazioni e chemioterapia. Partiremo sabato per la visita di lunedi”. Fervono nel frattempo i preparativi per la visita di Mattarella, previsto per le 10. E’ trapelato che il presidente incontrerà il vescovo di Acerra nel Castello dei Conti, l’antico municipio. Qui il capo dello Stato, dopo aver salutato la fanfara nell’attigua piazza Castello, terrà il discorso nel salone principale. Gli accessi alle aree “sensibili” saranno molto contingentati. Il presidente si recherà a largo Soriano, nel rione parco Gravina, dove c’è la lapide che ricorda le vittime della strage nazista.