Marigliano, fa discutere l’installazione dedicata all’acqua organizzata con il sostegno di GORI

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C’è tempo fino alle 22 di questa sera per visitare “Gocce d’Acqua”, l’installazione artistica collettiva promossa e organizzata dall’associazione Terre di Campania, mariglianese ma con vocazione regionale, come suggerisce il nome. Per l’occasione la mostra è ospitata all’interno della Chiesa dell’Annunziata che fa parte dell’Insigne Collegiata Chiesa di Santa Maria delle Grazie.

L’iniziativa sta facendo molto parlare di sé e non solo per motivi estetici o artistici. In questi giorni si discute, infatti, sulla opportunità di ospitare una collettiva realizzata con il sostegno della GORI all’interno di un luogo di culto. Due sembrano essere i problemi, almeno stando alla polemica sollevata dal Comitato Acqua Pubblica di Nocera Superiore, che ha criticato aspramente la pubblicazione di un video in cui si mostra l’allestimento all’interno del battistero paleocristiano di S. Maria Maggiore. “È a dir poco sconcertante come sia stato permesso di strumentalizzare un bene così importante in un territorio dove è risaputa la forte resistenza e contrapposizione a questa società che dopo il Referendum 2011 continua, indisturbata, grazie alla complicità delle istituzioni, a gestire questa fonte di vita” fanno sapere dal Comitato.

Oltre che dalla GORI, come specificato nel comunicato stampa, l’iniziativa culturale è sostenuta anche dalla Fondazione Carisal (Cassa di Risparmio Salernitana), interessata alla valorizzazione del patrimonio idrico campano. “Parliamo di un sostegno morale, non economico – ci tiene a specificare Maddalena Venuso, presidente dell’Associazione Terre di Campania – Abbiamo fatto tutto da soli, come di consueto dato che siamo una no profit. Abbiamo interagito con GORI perché ci sembrava il caso di portarla su iniziative culturali di ampio respiro e loro ci hanno seguito. Ci ispira il messaggio ecologista di Papa Francesco e la pratica di Mons. Bruno Schettino, il quale ha sempre appoggiato le nostre iniziative tese alla divulgazione delle bellezze del Creato di cui per fortuna la Campania è piena”.

Recentemente è intervenuta nella querelle anche la Rete Civica NO GORI che sulla pagina Facebook ha scritto: “La Società GORI Spa continua a spendere i nostri soldi per ripulirsi l’immagine! Dopo lo pseudo sostegno anti Covid e altre operazioni di puro marketing e le iniziative pro Sarno con fior di testimoni, sempre allo stesso scopo ecco che la GORI si dà all’arte, ma quelle bellissime Gocce d’Acqua artistiche raccontano tutta un’altra storia!”.

Il Comitato nocerino rincara la dose mettendo sul piatto anche un altro argomento delicatissimo che solleva una questione di opportunità in merito al coinvolgimento della Chiesa nell’operazione. Si ricorda, infatti, che nella famosa enciclica “Laudato si’” pubblicata cinque anni fa, nel maggio del 2015, Papa Francesco proponeva di “entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune” nella ricerca di uno sviluppo sostenibile integrale. Questo perché “non ci sarà una relazione con la natura senza un essere umano nuovo. Non c’è ecologia senza un’adeguata antropologia”. Lo scorso marzo, in piena emergenza pandemica, il Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale pubblicava invece Aqua fons vitae – Orientamenti sull’acqua: simbolo del grido dei poveri e del grido della terra, un documento teso ad approfondire il tema della cura delle risorse naturali, focalizzando l’attenzione sull’acqua come elemento trasversale che influisce sul raggiungimento del bene comune della famiglia umana. Il testo in questione affrontava anche il tema della gestione delle risorse idriche e della privatizzazione, con la condanna di una visione dell’acqua come merce e l’affermazione del principio che non è opportuno attribuire “valore economico all’acqua attraverso il sistema tariffario se questo impedisce l’accesso all’acqua come diritto all’acqua da bere e non stimola un risparmio idrico”.

Tale specificità solleva, dunque, una questione di opportunità per chi ha deciso di ospitare la mostra tra le mura della propria diocesi, proprio come a Marigliano, dove il primicerio don Lino D’Onofrio ha anche presenziato al vernissage del 2 luglio scorso. Il sacerdote però non intercetta la polemica né la questione conflittuale che essa porta con sé: “Aldilà delle mie opinioni personali, ritengo che la sponsorizzazione della mostra da noi ospitata non rappresenti un motivo per non consentirne l’allestimento nella chiesa dell’Annunziata. Ciò che ha mosso invece la possibilità dell’allestimento è stato il volere offrire un’opportunità dopo il periodo di quarantena per una ripresa delle proposte culturali, favorendo gli artisti a mostrare i loro lavori per la prima volta in un momento pubblico”.

(foto da Facebook)