Marigliano, abusi edilizi e gestione urbanistica: il punto della situazione

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Fari puntati sull’edilizia. Dopo la brillante operazione messa in campo dal comando di Polizia Municipale di Pomigliano d’Arco, agli ordini del Comandate Luigi Maiello, che giusto una settimana fa sequestrava un grande condominio in costruzione nel centro storico della città delle fabbriche, in via Fiume – secondo il gip del tribunale di Nola le procedure che hanno portato al rilascio della concessione edilizia sono colme di carenze e omissioni – arriva anche il report della locale polizia di Marigliano, guidata dal Maggiore Emiliano Nacar e già da un paio d’anni impegnata sul fronte.

In due anni, le attività del nucleo di polizia edilizia diretto dal maresciallo Ardolino, sotto la supervisione investigativa dello stesso comandante, hanno portato al sequestro di circa venti lotti di abitazioni e complessi beneficiari del Piano Casa che prevedevano, quindi, operazioni di abbattimento e ricostruzione con ampliamento della volumetria. Tra questi figurano case agricole e altri casi tipici della speculazione edilizia: primo tra tutti il caso della casa canonica della parrocchia di San Nicola, balzato anche agli onori della cronaca nazionale. Gli atti, che prevedevano la trasformazione dell’edificio di proprietà della curia, sono risultati intrisi di attestati falsi e volumetrie gonfiate, motivo per cui i documenti, anche se in possesso dei permessi richiesti, violavano norme e regolamenti.

“L’attività investigativa del nucleo di polizia edilizia – dichiara il Comandante Nacar – ha subito una svolta importante dal punto di vista dell’approccio alle indagini. In virtù di questo stiamo per completare un censimento, mai operato prima, relativo a tutte le inottemperanze alle ordinanze di abbattimento (e anche quelle ad horas) emanate dal 2018 a oggi”. Le inottemperanze accertate e trasmesse all’autorità giudiziaria sono circa sessante, ma adesso le indagini si stanno spingendo ancora più indietro nel tempo, fino al 2016, e per questo si rischia di arrivare a toccare la cifra di cento inosservanze.
“Con questa attività cerchiamo di offrire strumenti al locale ufficio tecnico, garantendo la fruizione di atti propedeutici alle acquisizioni al patrimonio comunale o, laddove previsto, agli abbattimenti. Concludo sottolineando che anche nell’area PIP siamo intervenuti sequestrando un canile e registrando due inottemperanze”, aggiunge Emiliano Nacar.

A proposito di area PIP, proprio nei giorni scorsi, il 20 novembre 2020, è stata rilasciata una variante in corso d’opera al permesso di costruire n. 27 del 18 febbraio 2020 (di cui non c’è traccia in Albo Pretorio), per un nuovo opificio che a quanto pare sarebbe stato concesso a una delle ditte citate tra le pagine dell’ordinanza di custodia cautelare emessa a luglio nei confronti dell’ex sindaco Carpino. Premesso che si tratta di una vicenda giudiziaria in pieno svolgimento, e che quindi vanno accertate le eventuali responsabilità penali di tutti, si tratta senza dubbio di una situazione che merita un approfondimento, se si pensa che da qualche giorno, in base alla modifica apportata ai settori dell’ente comunale mariglianese, il Settore III ha acquisito sia Urbanistica che Lavori Pubblici. Questo significa che chiunque diventerà responsabile dell’appena citato settore – si attendono l’esito della procedura di selezione interna rivolta ai dipendenti di categoria D e l’assegnazione dei decreti sindacali – sarà soggetto a un palese conflitto di interessi, generato dal fatto che le concessioni in zona industriale le rilascia chi gestisce il PIP (Settore III), ma su parere urbanistico (ancora Settore III).

Per il momento il settore in questione, che comprende anche SIAD, Attività Produttive, Patrimonio, SUAP, Ecologia, Verde Pubblico, Ambiente, Servizi cimiteriali e Sport, vede come responsabile pro tempore l’ingegnere Andrea Ciccarelli, già vicino a riottenere l’urbanistica nel mese di luglio, quando in seguito al trasferimento dell’ex responsabile Sabato Esposito (ora a Pomigliano d’Arco) l’allora commissario prefettizio Roberto Esposito nominò, invece, Rosalba Di Palma. “Personalmente credo molto nella rotazione degli incarichi, perché uno dei mali peggiori di tutti gli enti locali è che ognuno fa sempre le stesse cose e così facendo c’è il rischio che si creino delle sacche di potere”, afferma oggi il viceprefetto, sottolineando i motivi della scelta operata qualche mese fa.