“L’avvio dello sventramento del centro storico e di quel che resta della storia di Casalnuovo sta producendo scempi inauditi”. L’allarme è di alcuni consiglieri d’opposizione, che stanno osservando preoccupati le zone in cui le ruspe stanno demolendo.
Ai politici locali di minoranza non è andato proprio giù il fatto che per fare posto a un nuovo condominio sia stato raso al suolo il palazzo dei marchesi Mondelli di Sassinoro, in via Arcora, un antico edificio, uno degli ultimi da queste parti, che conteneva tra le altre cose gli affreschi attribuiti da vari storici dell’arte ad Angelo Mozzillo, pittore della scuola napoletana del ‘700: è stato ridotto tutto a un ammasso indistinto di calcinacci e polvere. In polvere l’edificio di quasi trecento anni fa e con esso anche le opere del “pittore degli angeli”, come viene chiamato Mozzillo. Un artista notevole. Tra i suoi tanti lavori c’è l’affresco di Cappella Borgia, nella chiesa del Gesù Nuovo, a Napoli, e quello del duomo di Acerra. Ma le figure della Beata Vergine in gloria e dei putti angelici, che ornavano l’arcata dell’ingresso principale di palazzo Mondelli, sono state disintegrate dalle ruspe insieme col palazzo. E i consiglieri di opposizione annunciano denunce alla Procura e alla Sovrintendenza. Palazzo Mondelli era stato venduto alcuni decenni fa dagli eredi Sassinoro a un immobiliarista napoletano, che poi di recente lo ha a sua volta “girato” ai parenti di un assessore del Comune di Casalnuovo. Parenti che grazie a un provvedimento della giunta, cioè l’eliminazione dell’obbligo di chiedere un parere preventivo alla Sovrintendenza, hanno ottenuto la licenza per cancellare quel che resta di storico e artistico in una città assurta agli onori delle cronache “grazie” agli innumerevoli casi di abusivismo e speculazione. Sfregi alla storia ma non solo. Prima di dare il via all’abbattimento del palazzo era stato eliminato anche uno degli ultimi grandi pini marittimi che ornavano le strade del centro, proprio accanto alla dimora dei Sassinoro. Nel frattempo una parte dell’opinione pubblica locale si chiede come sia stato possibile consentire ciò ? E perché la concessione per l’abbattimento e la ricostruzione di un condominio al posto del palazzo è stata data in tempi molto stretti ai parenti di un assessore, cioè ai figli del cugino paterno del papà di un amministratore comunale ? A questa seconda domanda la portavoce del sindaco Massimo Pelliccia ha risposto dicendo che “non c’è nessun legame di parentela con l’assessore”. La replica alla domanda sullo scempio del patrimonio, è invece del vicesindaco di Casalnuovo, Stefano Coscia, il quale sostiene che non esistano “fonti storiche che attestino quanto detto circa il Palazzo” e ribadisce che “non esiste nessun vincolo sull’immobile, che non è in zona A e che non è mai stato inserito nel patrimonio monumentale del Comune”. E’ indispettito il vicesindaco. “Uno sterile attacco politico – dice – mosso da chi negli ultimi vent’anni ha trascinato la città nella speculazione edilizia”. Coscia spiega che “per limitare gli effetti del piano casa si doveva intervenire nel 2010 per cui oggi l’abbattimento è consentito dalla legge”. A ogni modo esisteva una delibera del Comune, fatta approvare dall’ex vicesindaco, Andrea Orefice, che obbligava i proprietari di edifici con più di cinquant’anni d’età a chiedere il parere della Sovrintendenza sugli abbattimenti, nell’ottica di una possibile apposizione di vincolo. Quella delibera è stata revocata dalla giunta Pelliccia. In questo modo è stata possibile anche la demolizione, già quasi ultimata, di un altro edificio di Casalnuovo, in zona A. Anche qui sorgerà un palazzo. La licenza è di una società riconducibile a un consigliere comunale.


