Il PUC (Piano Urbanistico Comunale) regola l’attività edilizia di un Comune. Si integra con il vecchio PRG (Piano Regolatore Generale), ridisegna i confini del paese e decreta dove e cosa si può costruire, e dove e cosa non si può costruire.
A Volla la storia del PRG/PUC, e quindi della “cementificazione”, si perde nella memoria e nelle polveri degli archivi. Cerchiamo di mettere un po’ d’ordine:
1980: Viene redatto il PRG.
16 luglio 1991: Viene approvato il PRG (decreto n. 7616 del Presidente della Giunta Regionale).
30 settembre 1991: Viene pubblicato il PRG (BURC n. 40).
31 dicembre 1997: Con una delibera di C.C. (n.122), si definiscono gli indirizzi programmatici propedeutici all’approvazione del nuovo Strumento Urbanistico.
Dal 1998 al 2009: Congelamenti (Commissari) e lotte intestine (Politica) che non portano a risolvere la questione.
14 luglio 2009: Il C.C. (Amministrazione Ricci), nell’ambito del redigendo “Piano Casa”, individua due zone (Via Sepone e Via Filichito) e le destina a PEEP (Piano Edilizio Economico Popolare), nonostante il parere contrario del progettista del Piano (Ing. Ferrigni: “è in contrasto con il redigendo PUC”).
26 febbraio 2010: il C.C. limita l’applicazione del “Piano Casa” alle sole due zone suddette, peraltro agricole, inquadrandole come ERS (Edilizia Residenziale Sociale).
31 maggio 2010: Il PUC di Volla viene adottato (delibera n. 34 del C.C.).
9 giugno 2010: Il PUC viene trasmesso per competenza all’Amministrazione Provinciale (A.P.) (prot. n.10678).
1 luglio 2010: Il Regolamento Edilizio Comunale viene trasmesso all’A.P. (prot. n.12182).
27 giugno 2011: L’A.P. trasmette al Comune di Volla il verbale n.6, connesso alla conferenza di servizi.
15 luglio 2011: L’A.P. notifica al Comune di Volla le osservazioni al procedimento, da ratificare in C.C. nel termine perentorio di gg. 20.
4 agosto 2011: L’A.P. riapre la conferenza dei servizi riguardante l’approvazione del PUC, in quanto decorsi i termini.
9 dicembre 2011: Con delibera di C.C. (Amministrazione Ricci), approvata all’unanimità, il “Piano Casa” viene esteso a tutta la città “ … grazie al lavoro dell’opposizione … rimediando ad una ingiustizia clamorosa che lo voleva applicare solo in due zone (Via Sepone e Via Filichito) …”.
Primavera del 2012: Ricorso di alcune cittadine di Volla, che si oppongono al PUC che “avrebbe consentito interventi edilizi non conformi alla destinazione urbanistica prevista per quella determinata zona definita “A di recupero” e quindi in violazione degli art. 20 e 26 del regolamento edilizio che prevede per quell’area solo opere meramente conservative”. Il PUC impugnato avrebbe “leso il diritto di proprietà delle istanti consentendo la realizzazione di manufatti che avrebbero oscurato le vedute delle abitazioni delle interessate e avrebbe consentito la realizzazione di nuove costruzioni in una zona di conservazione in contrasto con i piani sovra ordinati. Inoltre l’art. 99 delle NTA allegato al piano avrebbe consentito a coloro che hanno realizzato edifici abusivi nella zona di conservazione di mantenerli chiedendo un accertamento di conformità”.
13 settembre 2012: il TAR Campania annulla l’atto del 04-08-2011 con il quale la Provincia di Napoli aveva riaperto la conferenza dei servizi riguardante l’approvazione del PUC, e fa decadere lo stesso PUC (sentenza n. 3871/2012) adottato (deliberazione n. 34 del 31/5/2010).
Autunno del 2012: vista la decadenza del PUC e le modifiche legislative intercorse la nuova amministrazione (Guadagno – PD) decide di iniziare un nuovo procedimento di formazione del PUC e della relativa Valutazione Ambientale Strategica (Delibera di G.C. n.124/2012). Il progettista del piano decaduto (Ing. Ferrigni), nominato qualche decennio prima e pagato profumatamente dai cittadini, viene congedato. Per il “Nuovo Piano” l’amministrazione ricorre ad altre e alte professionalità e competenze (Tecnici Comunali, Professori dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, Professionista esterno) che si possono avvalere di tutti gli studi, atti ed elaborati già prodotti (e pagati ndr), e di proprietà comunale (Preliminare di Piano Urbanistico Comunale del Comune di Volla – Relazione Preliminare e Documento Strategico).
Marzo 2015: Caduta dell’amministrazione Guadagno e “congelamento” del PUC.
Giugno 2015: Amministrazione Commissariale e “congelamento” del PUC.
Dal 2012 al 2016: Lotte intestine (Politica) e congelamenti (Commissari) che non portano a risolvere la questione.
Alcune dichiarazioni di addetti ai lavori, o ex addetti ai lavori, pubblicate:
“La decadenza degli atti del PUC ha avuto la conseguenza del venir meno delle norme di Salvaguardia in esso contenute provocando l’esposizione del territorio comunale al rischio delle più varie trasformazioni, vanificando gli sforzi compiuti per reperire aree da destinare ad attrezzature pubbliche e per proteggere le aree residue libere”.
“I territori possono essere trasformati, ma rispettando l’ambiente e a condizione di un’attenta ed equilibrata pianificazione … Il territorio di Volla è diventato un territorio indifeso aggredito dal cemento con una espansione dell’edilizia a dismisura senza alcuna programmazione per la realizzazione dei servizi, sotto servizi e nuove infrastrutture … il rilascio di autorizzazioni edilizie è avvenuto attraverso un’applicazione discutibile e forzata del cosiddetto Piano Casa …”
Ci hanno riferito che Volla è una città costruita per il 70% circa in maniera “abusiva”.
Alcune delle “strategie edificatorie” utilizzate a Volla negli ultimi decenni: Abusi edilizi (condonati, riabusati e ricondonati) di necessità, familiari; Trasformazioni di aree agricole, aree per attrezzature, aree industriali, aree commerciali; Cessioni di cubatura da un terreno agricolo a un altro; Possibilità di realizzare residenze e pertinenze su cui applicare la volumetria aggiuntiva del Piano Casa; Trasferimento e atterraggio di cubature dai comuni limitrofi ricadenti nella zona rossa del Vesuvio, nei quali vige il divieto assoluto di edificare residenze; Utilizzo della cubatura aggiuntiva del Piano Casa, anche su terreni privi di edificazione; Trasformazione con edificazione delle zone F (destinate ad infrastrutture ed impianti di interesse pubblico e generale); Varianti urbanistiche e deroghe molteplici.
“Dulcis in fundo”, a tutto questo si aggiunge il famigerato “Piano Sviluppo Italia” che ha consentito di edificare, raddoppiando le cubature, laddove esistevano strutture industriali dismesse o che sono state dismesse “per la bisogna”.
E così, con questa ultima pennellata, il quadro “cementificatorio” di Volla appare più chiaro e definito.
Certamente risulta chiaro come la politica non abbia saputo o voluto governare questi processi e questa crescita anarchica. Sicuramente ciò ha trovato una parte della popolazione che ha “subito” questo stato di cose, e un’altra parte che lo ha “usato” e che magari successivamente lo ha criticato e/o condannato.
“Chi è senza peccato, scagli la prima pietra”, pare abbia detto Gesù nel tempio a quelli volevano lapidare una donna che aveva commesso adulterio. Uno alla volta, i convenuti lasciarono cadere le pietre che avevano ghermito per lanciarle contro la donna, e lasciarono il tempio.
Luglio 2016: Amministrazione Viscovo. Adesso toccherà al neo “Borgomastro” del paese rimodellare il territorio della città annonaria. Ci riuscirà? Sarà vera gloria?
Ai posteri l’ardua sentenza. Comunque, considerando che Volla è una città molto cattolica, la “lezione” del tempio forse servirà a qualcosa!
E dal prossimo 6 settembre si comincia!