Da ieri pomeriggio le fiamme stanno consumando ettari di macchia mediterranea, dopo la nottata riprendono i voli dei Canadair e le operazioni di terra.
Questa notte sapeva di fumo, quel fumo acre più per il dispiacere che per il timore per la nostra salute, una sofferenza mista ad impotenza e con la consapevolezza che il fuoco, durante la notte, non avrebbe arrestato il suo cammino.
Stamattina, ormai intrisi di odore di bruciato e frustrazione, ci svegliamo e affacciandoci da San Sebastiano, ci rendiamo conto che il fronte delle fiamme di ieri è ancora attivo e purtroppo si è spostato più a valle, sempre ad Ercolano ma stavolta verso via Viulo, una traversa di via Vesuvio.
Ci rechiamo in zona verso le 11.00, con i Canadair che rombano sulle nostre teste e dove incontriamo, Protezione Civile, Carabinieri e Vigili del Fuoco, nessun altro. I due aeroplani dei VVF alternano i loro voli su una zona mista di sterpaglie e pineta e pericolosamente vicina alle abitazioni che anche in questo caso sono state appena lambite dalle fiamme. I vigili irrorano con gli idranti il terreno ormai ridotto ad un tappeto di cenere, rifinendo il lavoro dei Canadair mentre i Carabinieri forestali indagano sull’accaduto prendendo deposizioni tra chi vive in quei luoghi.
Sembra ormai una giornata di routine, quasi come se l’abitudine e la rassegnazione avessero preso il sopravvento sull’indignazione e sul timore di questi giorni maledettamente infuocati. Le istituzioni tacciono o parlano attraverso i loro post sui social, diffondendo a mo’ di mantra luoghi comuni ed illudendo i cittadini con la fata Morgana di un esercito che se mai venisse in questi luoghi non avrebbe che una funzione estetica e demagogica come del resto già svolge qui ed altrove, saziando momentaneamente la fame di giustizia e lo sconforto di chi è stato danneggiato ma senza interrompere quel che non si vuole sia interrotto.
Nessuna novità all’orizzonte, nessun atto di coraggio istituzionale, solo un quotidiano stato emergenziale.