Fiume Sarno, gestione illecita di rifiuti: Carabinieri Forestali denunciano titolare industria conserviera

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Prosegue incessantemente l’azione repressiva condotta dai Carabinieri a tutela del fiume Sarno. I recenti controlli operati dal nucleo investigativo del gruppo forestale di Napoli, nei confronti delle attività a ridosso del bacino del fiume Sarno, hanno portato alla denuncia per gestione illecita di rifiuti, inquinamento ambientale e scarico abusivo delle acque reflue industriali, il legale rappresentante di un’industria conserviera nel Comune di Scafati (Salerno).

«L’abbiamo promesso e lo stiamo facendo – spiega il ministro Costa –, il risanamento del fiume Sarno rientra tra le priorità del mio mandato e non intendo fare alcun passo indietro. L’imponente sinergie tra forze dello Stato sta producendo ottimi risultati. Il cerchio si chiude e giorno dopo giorno, grazie all’incessante attività dei Carabinieri del Noe e del Nucleo Forestale, tutti gli illeciti vengono alla luce».

I militari hanno scoperto che le acque e i reflui industriali venivano scaricati direttamente nel controfosso destro del fiume Sarno, destinati a sfociare in mare lungo la costa napoletana. Grazie alla collaborazione dell’Arpac, i carabinieri hanno poi posto sotto sequestro un’area di 2400 metri quadrati nella quale erano stoccati rifiuti, pericolosi e non, derivanti dal ciclo produttivo.
Attualmente sono in corso campionamenti delle acque di scarico per accertare la concentrazione di inquinanti.

Inoltre, sempre a Scafati, gli uomini dell’Arma hanno scoperto che un’altra industria conserviera locale aveva installato nelle condutture un ingegnoso sistema che bypassava gli scarichi reflui e li deviava direttamente nel fiume Sarno. Una sorta di paratoia che, aperta all’occorrenza, permetteva di evitare la tradizionale filiera di trattamento dei rifiuti immettendo gli scarti nell’ecosistema fluviale senza essere filtrati. Anche in questo caso il titolare della società è stato denunciato.

Intanto, a Udine, i Carabinieri del Noe assieme a personale dell’Azienda Sanitaria Unificata Gorizia Isonzo e degli agenti in servizio presso la Procura di Gorizia hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo emesso dal GIP del Tribunale di Gorizia sull’impianto della “Calcestruzzi Trieste S.r.l.” in Romans d’Isonzo. La misura cautelare ha tratto fondamento dalle approfondite indagini condotte dai militari del comparto per la Tutela Ambientale a partire dal 2019 a carico dell’impresa – operante nel settore dell’estrazione e trattamento di inerti.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Gorizia, hanno svelato un gravissimo quadro di plurime violazioni delle norme in materia ambientale e di prevenzione degli infortuni sul lavoro che ha indotto ad avanzare richiesta – pienamente avallata poi dal GIP del Tribunale di Gorizia – di sequestro preventivo degli impianti presenti all’interno dello stabilimento di Romans d’Isonzo della “Calcestruzzi Trieste S.r.l.”.

(foto dal web)