Dal Sistema, passando per la Zona mista, fino al 3-5-2 – La mia sul Napoli – Rubrica a cura di Crescenzo Tortora

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In Torino-Napoli abbiamo visto un grande Torino che ha messo in seria difficoltà il Napoli, e ha mostrato delle peculiarità tattiche interessanti. Ventura ha dimostrato negli anni molta malleabilità tattica, cambiando spesso modulo. Dal 4-2-4 al 4-3-3, fino all’attuale 3-5-2. Il Napoli conosce bene questo modulo, utilizzato sia da Reja che da Mazzarri, e che ha portato all’ombra del Vesuvio discreti successi.

Torino_fase_passivaIl 3-5-2 è un dei moduli utilizzati nel calcio moderno, che può diventare in fase difensiva un 5-3-2 (vedi snapshot sulla sinistra relativa alla partita del Torino con la Fiorentina), e ha nelle fasce laterali la sua forza offensiva. E’ uno dei moduli che può disporre sulla linea difensiva il più alto numero di giocatori. Per questo motivo è ideale per squadre non di primissimo livello, che devono difendersi contro squadre più forti. Ma, al contempo, se le due ali o terzini (chiamateli come volete), hanno gamba e tecnica può diventare altamente offensivo. Torino_romboCon 3 difensori centrali non si concede mai il lusso dell’uno contro uno in difesa, e con i 5 uomini sulla linea mediana copre bene il centrocampo. In fase di costruzione, colpisce il pronunciato rombo del Torino, che ha per  vertici i 3 difensori e il mediano arretrato (vedi snapshot a destra). Il difensore centrale del 3-5-2, e in particolar modo nell’interpretazione di Ventura, per la sua posizione centrale ricorda il vecchio libero del Catenaccio o della Zona Mista, un giocatore lasciato staccato dalla difesa. Torino_5-3Con questo accorgimento tattico, e l’abilità nel palleggio, i difensori del Torino riescono ad imbrigliare gli attaccanti avversari, non permettendo loro un pressing adeguato sul portatore di palla. Con il Napoli ci sono riusciti. Nella snapshot sulla sinistra, vediamo la disposizione tattica standard (in occasione di una rimessa laterale dalla sinistra), Torino_attaccocon i 3 difensori centrali, le due ali che salgono sulla linea del mediano arretrato, e poi le due mezzali, che in fase attiva vanno a sostenere l’attacco delle due punte. Sulla destra vediamo anche una situazione in fase offensiva che vede Perez portare palla sulla destra, e ben 4 giocatori del Torino, in linea, a fare pressione alla retroguardia avversaria (la Fiorentina nella snapshot, ma è successo la stessa cosa con il Napoli).

Football_Formation_-_WMIl 3-5-2 è l’evoluzione moderna di un modulo di gioco nato negli anni 70 ed utilizzato in Italia fino alla metà degli anni 90. Ha fatto le fortune della Juventus di Trapattoni e della nazionale di Bearzot. E’ il cosidetto gioco all’Italiana, e cioè la Zona Mista. Ma per raccontare la storia della Zona Mista bisogna partire dal Sistema, che insieme al Metodo (vedi Sassuolo: il centromediano metodista e la piramide di Cambridge) rappresentarono i primi tentativi di evolvere il calcio preistorico degli inizi del secolo scorso. Il Sistema o anche WM è un modulo che può essere approssimato con un 3-2-2-3 (immagine sulla sinistra, fonte Wikipedia). All’inizio del secolo scorso, lo svizzero Rappan ebbe l’idea di togliere un centrocampista avanzato e posizionarlo dietro i 3 difensori del Sistema, per aumentare la copertura difensiva. Catenaccio2.svgNasceva il libero (nome ideato da Gianni Brera), un giocatore che veniva, appunto, liberato da qualsiasi marcatura. La marcatura ad uomo era il comandamento per gli altri giocatori. Nasceva il cosidetto Catenaccio. Il modulo assomigliava ad un 1-3-3-3 (ma ne esistevano delle varianti). Il tema tattico era fortemente ostruzionistico, con marcature ad uomo. Dopo questa prima versione del Catenaccio, l’idea arrivò in Italia e fu fatta propria da Nereo Rocco ed Helenio Herrera. Le squadre che giocavano col Catenaccio cominciarono ad avere problemi con quelle che, invece, continuavano a giocare col Sistema, e quindi con un centrocampista in più, allora si cominciò ad arretrare uno dei tre attaccanti, e in particolare l’ala destra, che divenne la cosidetta ala tornante o tecnica (per capirci alla Bruno Conti), e di conseguenza iniziò ad avanzare il terzino sinistro (alla Cabrini), che lo aveva in marcatura, che quindi assumeva una connotazione più offensiva.  Se si sfoglia il libro della memoria non è difficile trovare negli anni 80 e 90 una pletora di terzini sinistri più difensivi e ali destre più votate all’attacco, i numeri 3 e 7, per intenderci. Figli di questo modulo di gioco. Per fare dei nomi legati alla nostra storia, Volpecina e Caffarelli, ma negli anni novanta i meno famosi Tarantino e Buso. E ancora oggi vediamo nel 3-5-2 di Ventura,  Darmian e Perez.

Zouna_mistaLa Zona Mista è l’evoluzione del Catenaccio, nata per fronteggiare il calcio totale olandese. Infatti, per competere con il gioco più dinamico e fluido degli olandesi, le squadre dovettero adattarsi, affiancando  alla marcatura a uomo difensiva (nella quale gli italiani erano maestri), la zona olandese, e cioè l’interscambio continuo nelle posizioni dei giocatori, conservando, al contempo, la struttura organizzativa della squadra. Con la Zona Mista cominciò a svilupparsi la necessità di giocatori che avessero la capacità di giocare sia in fase passiva che di attacco (anche in altri reparti), come la mezzala, l’ala, il terzino sinistro e il libero. Il modulo prevedeva due marcatori (il 2 e il 5) ed un libero staccato (il 6), un terzino sinistro che aveva compiti difensivi, ma adibito anche ad offendere (il 3), un’ala tornante (il 7), un mediano (il 4), 2 centrocampisti centrali, dette anche mezzali, uno dei quali era il regista della squadra (l’8 e il 10), per finire con i due attaccanti (9 e 11).

Risulta chiaro come il 3-5-2 moderno sia figlio della disposizione in campo del Catenaccio e della Zona Mista. Figlio di un  calcio vecchio nel quale ogni ruolo era un numero. Numeri che ci fanno tornare dei ragazzini che rincorrono un pallone, in mezzo ad una strada, calciando un supersantos, tra una macchina, un muro e un palo. Ci fanno tornare alla mente un calcio più romantico che non c’è più, fatto di una radiolina e di 90′ minuto, fatto di numeri che raccontavano la storia del calcio.

Crescenzo Tortora

La Mia sul Napoli

lamiasulnapoli.wordpress.com