Il territorio della città delle grandi fabbriche metalmeccaniche è da sempre privo di un ospedale pubblico
Ottimizzare i costi chiudendo i presidi sanitari e proseguendone le attività altrove. Secondo la Cgil è ciò che sta per capitare all’ultimo presidio ospedaliero importante di Pomigliano, la clinica San Felice, convenzionata con lo Stato. Oggi la Cgil della Sanità chiederà ufficialmente un incontro con l’azienda che gestisce la struttura di via Mauro Leone, presidio che conta 40 posti letto, 55 addetti tra medici, infermieri e personale socio-sanitario, 2 sale operatorie e 5 reparti che funzionano a pieno regime: l’unità di terapia intensiva coronarica, la cardiologia, l’ortopedia, l’oculistica e il laboratorio di analisi, tutte attività accreditate dall’Asl Napoli 3. “Ma abbiamo saputo – spiega Massimo Tizzano, rsa della Cgil FP – che vogliono chiudere e trasferire tutto mentre noi lavoratori sentiamo di essere in grande pericolo”. Il sindacato chiederà oggi un faccia a faccia con l’azienda, che però non vuole sentir parlare di chiusura. La proprietà sostiene che la clinica San Felice proseguirà tutte le attività altrove, in gran parte nella clinica villa Trusso di Ottaviano, sulla pendice nord del Vesuvio, a tredici chilometri, e in piccola parte nella più minuta clinica convenzionata di Pomigliano. A ogni modo, la notizia è stata presa male a Pomigliano, la città delle grandi fabbriche del Mezzogiorno da sempre priva di un grande ospedale pubblico. La clinica San Felice è l’unico, importante presidio sanitario che negli anni ha tentato di colmare almeno in parte questo imperdonabile vuoto. “Il trasferimento ? – risponde Nicola cantone, presidente della società proprietaria della San Felice – comunque non si tratta di un vero e proprio trasloco. Il discorso è molto più ampio ed è veramente prematuro parlarne. Posso dire che nel concordato depositato in tribunale c’è l’ipotesi di chiudere e trasferire: atti ufficiali. Ma per dare esecuzione al concordato stiamo valutando”. Indiscrezioni pervenute ieri da ambienti vicini all’azienda fanno trapelare altri chiarimenti. “Bisogna premettere – si specifica – che abbiamo ereditato dall’azienda che ci ha preceduto una situazione difficile a causa dell’alta esposizione debitoria. Comunque la clinica San Felice funziona correttamente. Dal punto di vista sanitario è andata sempre bene. Ma la struttura di via Mauro Leone non è di proprietà dell’azienda: è in affitto. Per cui una delle ipotesi del concordato, che è un atto pubblico, è dunque di lasciare il presidio della San Felice inserendo una piccola parte dei posti letto nella clinica Meluccio e un’altra parte nella clinica Trusso di Ottaviano. Ma sono posti letto che resteranno sempre all’interno della stessa società. E siccome la clinica Trusso, che fa parte della stessa Asl, anche se in un distretto diverso, e che è gestita da un’altra società, ha una serie di posti letti in più non accreditati, la società che detiene i posti letto della San Felice potrebbe subentrare“. Resta da comprendere se il trasferimento sia una decisione definitiva. “Sappiamo tutti – si aggiunge ancora da fonti vicine all’azienda – che rimanere a Pomigliano sarebbe meglio ma è un dato di fatto che l’immobile in cui si trova la clinica San Felice non è di proprietà dell’azienda. Insomma: la clinica San Felice non chiude. Viene semplicemente trasferita. Resta sempre la stessa società pienamente operativa”.