Lastre in amianto e altri rifiuti speciali sono ammucchiati in via Magellano e nel lato opposto della città, nella zona di via Cimminola. Negli ultimi anni qualcuno si è mosso in sordina e ha sporto delle denunce per reati ambientali. I siti inquinati segnalati erano state anche ripuliti, ma sono bastati pochi giorni per assistere al ripresentarsi di nuovi scarti sul ciglio dei sentieri e delle strade di periferia.
Via Magellano è una strada “anonima”, in molti fanno fatica a riconoscerla dal nome. È un sentiero sterrato che, costeggiando l’autostrada A16, si apre alle spalle del Passariello, un’area abitata nella periferia di Castello di Cisterna. Da una delle due arterie da cui vi si può accedere – quella che collega Brusciano e Somma Vesuviana – il cartello toponomastico nemmeno si legge, bisogna addentrarsi per riuscire a decifrarlo. All’ingresso non è visibile la via d’uscita, e solo questo è sufficiente a incutere timore prima di introdurvisi, una paura che non appartiene, però, a chi la usa come sversatoio. Lastre di eternit rotte, e quindi nocive per la salute, frigoriferi, parti di altri elettrodomestici e scarti di lavori edili sono disseminati lungo il tragitto. «Io ci vado a correre in quella zona. Si può sorvolare sulla erbacce, sui bidoni messi dai contadini, però sul resto no. Nessuno si è mai preso carico di questa situazione. È imbarazzante, è una pattumiera. Si sta facendo una battaglia per una antenna wifi e poi a 500 metri c’è una discarica a cielo aperto e nessuno dice nulla», è lo sfogo di un residente di 33 anni che non vuole rendere pubblico il suo nome. La sua indignazione, però, non è stata accompagnata da azioni concrete: sostiene che la denuncia a un giornale possa dare molti più risultati. Nel ventre del viottolo ci sono sacchi di cemento vuoti, contenitori di vernice, pneumatici, e del materiale che, consumato dalle intemperie, risulta ormai irriconoscibile. Ingombrano i margini della strada anche carcasse di auto, presumibilmente oggetto di furto, smontate di quello che serviva e scaricate lì.
Per lo più sono abbandonati resti di attività svolte a nero da privati, artigiani o piccole imprese. Chi li produce, senza farsi scrupoli, si occupa direttamente di sversarli o si affida al “monnezzaro”, una persona disperata che, pur di guadagnare qualcosa per campare, gira alla ricerca di rifiuti non classificabili come urbani da raccogliere abusivamente col suo carrettino in cambio di pochi spiccioli. E così va avanti un’opera di devastazione che colpisce anche via Magellano, dove i militari, quelli impegnati nell’operazione “Terra dei fuochi” per arginare i fenomeni dell’abbandono dei rifiuti e dei roghi tossici, si vedono raramente. È molto più facile incrociarli nella zona di via Cimminola, dove lo scenario, tuttavia, non è diverso. In quella strada al confine con Brusciano e Acerra, circa un anno e mezzo fa erano state rimosse le montagne di rifiuti che circondavano i campi coltivati fino ad invadere la carreggiata. Ora sono un’altra volta lì, sul lato opposto.Gli ecocriminali li hanno depositati lungo il bordo del terreno ricadente nel territorio di Brusciano, un comune che in quella zona, in parte industriale e in parte agricola, continua a rappresentare una delle mete più gettonate dell’hinterland per gli scaricatori di rifiuti. Qualche metro più avanti, prima di mettere piede ad Acerra, c’è altra monnezza, quella nuova, depositata dopo l’ultimo intervento di pulizia predisposto per Castello di Cisterna. Vi è accatastato di tutto, diversi sono i bustoni neri che spiccano, colmi non si sa di cosa. E alla luce del sole questa condizione è evidente a tutti: ai contadini che si recano nei latifondi che si estendono in quella fetta di territorio dominata dalle campagne, a coloro che si dirigono ad Acerra, e a chi percorre quella via in bici o per fare jogging. Una vita che scorre normalmente, mentre tutt’intorno l’ambiente continua a subire.