L’afflusso di gas profondi negli acquiferi flegrei, senza iniezione di nuovo magma, identificato come la causa dei fenomeni di bradisisma dal 1985 ad oggi
Un team di ricercatori dell’Università della Campania Luigi Vanvitelli, dell’Institut de Physique du Globe di Parigi (F) e dell’INGV di Napoli ha pubblicato, sulla prestigiosa rivista Scientific Reports del gruppo editoriale Nature, una nuova interpretazione dei fenomeni di bradisisma flegreo, e in particolare del sollevamento in atto da circa 15 anni. Il team ha analizzato congiuntamente 37 anni di dati geochimici relativi alle fumarole di Solfatara e Pisciarelli, e di dati geofisici di deformazioni del suolo. Quest’analisi ha consentito di formulare un modello dettagliato del fenomeno di bradisisma flegreo, dagli anni ’80 ad oggi. In particolare, i risultati di questo lavoro evidenziano che, mentre dal 1983 al 1984 gli alti tassi di sollevamento osservati erano compatibili con una intrusione magmatica superficiale (3-‐4 km), il fenomeno di bradisisma attuale (iniziato nel 2003 circa, e tutt’ora in atto), caratterizzato da tassi di sollevamento molto più bassi, non può essere interpretato come dovuto ad intrusioni magmatiche, bensì è causato dall’arrivo di gas magmatici proveniente dal serbatoio principale, localizzato a circa 8 km di profondità.
‘I dati geochimici indicano chiaramente come tra il 1983 e il 1984 fossero presenti tutti gli elementi coerenti con una migrazione di magma negli strati più superficiali, a circa 3-‐4 km di profondità, cosa che non si evince dall’elaborazione dei dati dal 2000 ad oggi e che quindi escluderebbe, per l’attuale bradisisma, l’ipotesi di iniezione di magma in superficie’, afferma Roberto Moretti, professore all’Institut de Physique du Globe di Parigi. Giuseppe De Natale, Dirigente di Ricerca INGV, aggiunge: ‘dal punto di vista dei dati geofisici, l’osservazione più importante, finora trascurata, è che l’andamento del sollevamento dal 2003 ad oggi è perfettamente speculare rispetto all’abbassamento registrato dal 1984 al 2003; questo chiaramente suggerisce che lo stesso fenomeno che ha prodotto l’abbassamento stia oggi agendo di nuovo in senso opposto, recuperando quindi una quota vicina a quella raggiunta nel 1984’. ‘E’ chiaro quindi’, puntualizza Moretti, ‘che anche dal punto di vista dell’evidenza geofisica, il meccanismo di sollevamento attuale non può essere una migrazione di magma verso la superficie, perché dev’essere della stessa natura di quello che ha prodotto nel ventennio precedente l’abbassamento del suolo; ed il magma fisicamente non può ridiscendere nei condotti, una volta salito in superficie’. ‘Siccome l’abbassamento del suolo dal 1984 al 2003 è stato prodotto verosimilmente dalla diminuzione della pressione dell’acquifero superficiale, precedentemente rigonfiatosi per l’iniezione di fluidi profondi, che hanno amplificato la deformazione prodotta dall’iniezione magmatica’, precisa infine Moretti, ‘l’ipotesi più verosimile è che il sollevamento attuale sia causato dalla risalita in superficie dei gas magmatici provenienti dal serbatoio profondo, che hanno innalzato la temperatura del sistema, disseccato completamente la parte bassa degli acquiferi superficiali. Questi gas risultano caratterizzati, come infatti si osserva, da un contenuto di anidride carbonica significativamente superiore al passato proprio perché rilasciati da un magma profondo’.
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