Audizione davanti alla commissione lavoro di palazzo Madama dei responsabili italiani del gruppo francese. I sindacati: “ licenziamenti ingiusti e discriminatori ”. Stronati: “pensionamenti impossibili ”. Martedì prossimo l’esame congiunto sui tagli. Revocata intanto la chiusura di Cesano.
Poco prima delle quattro di oggi pomeriggio Giuliano Stronati ha fornito un quadro della situazione italiana davvero desolante al presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, e ai vari senatori presenti in aula. Il rappresentante legale di Auchan Italia ha sciorinato, in audizione, dati e cifre da brivido.
“Considerato il trend abbiamo perso un miliardo di euro in cinque anni – ha dichiarato il dirigente della multinazionale francese – nel frattempo abbiamo avviato 21 contratti di solidarietà in altrettanti ipermercati sperando che la crisi fosse passeggera. Ma non è stato così: è una crisi strutturale che richiede interventi strutturali”.
Fatturato 2010: 3miliardi e 200milioni. Fatturato 2014: 2miliardi e 400 milioni. E il 2015 si sta già presentando con un trend negativo, rispetto all’anno scorso, del 15 %. “ In Italia la nostra azienda – ha aggiunto Stronati – realizzava il 35-40 % con le vendite promozionali ma la riduzione della domanda è tale che ormai questo fatturato è divenuto molto oneroso. L’unica strada – ha aggiunto il manager – è ridurre le promozioni, semplificare, razionalizzare, e ciò comporterà il ridimensionamento complessivo. A causa dell’entità delle perdite è in gioco la salvaguardia dell’intero complesso aziendale”.
Quindi, la ricetta: sospensione del contratto integrativo aziendale e procedura di mobilità incentivata volontaria. “ Siamo disponibili a investire sugli incentivi perché cerchiamo il consenso dei lavoratori ”,la rassicurazione del dirigente, che ha annunciato la revoca della chiusura dell’ipermercato di Cesano Boscone, chiusura contenuta nella procedura di licenziamento per 1426 addetti alle vendite di terzo e quarto livello.
“Lì, a Cesano – ha spiegato il rappresentante legale dell’azienda – abbiamo trovato un accordo con il locatore che ci consente di restare aperti ”. E alla domanda di Sacconi se i siti resteranno tutti aperti Stronati ha risposto di si anticipando che “l’obiettivo è il pareggio di bilancio”. Ma i senatori che hanno partecipato a tutta l’audizione ( Barozzino, Catalfo, Puglia e Campanella ), hanno storto il naso. Varie le perplessità: l’ attivo del fatturato internazionale della società, i trasferimenti punitivi dei dipendenti che si rifiutano di firmare le estromissioni o le riduzioni individuali di orario, le proposte in deroga al contratto nazionale di lavoro, come l’eliminazione della quattordicesima mensilità per l’anno in corso o come i demansionamenti, le riduzioni orarie e la discriminazione territoriale tra Nord e Sud determinata dal carattere congiunturale dei provvedimenti aziendali al Nord a differenza del Mezzogiorno, dove questi resterebbero definitivi.
Tra i senatori c’è stato anche chi ha chiesto di spalmare la solidarietà su tutti i 49 ipermercati italiani per ridurre al massimo l’impatto occupazionale dei tagli. “ Per effetto della caduta dei consumi – ha però risposto Stronati – la solidarietà su scala nazionale è difficilmente praticabile, inoltre il bilancio non è in attivo e non c’è la possibilità di agire con i prepensionamenti perché la nostra forza lavoro è relativamente giovane ”. Insomma, per Auchan non ci sarebbero margini nella trattativa che si aprirà con il primo esame congiunto della procedura di mobilità, il prossimo 12 maggio. Dal canto loro i sindacalisti ascoltati in audizione ( erano presenti i rappresentanti di Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Ugl commercio ) hanno riferito che l’azienda ha subito chiuso le porte del confronto dichiarandosi indisponibile a tutte le loro proposte.
“La procedura di mobilità voluta da Auchan – hanno detto – è particolarmente sgradevole anche perché assume carattere discriminatorio sia sotto il profilo territoriale, con le disparità di trattamento tra Nord e Sud, sia sotto quello occupazionale, visto che a essere colpiti dai tagli dovranno essere esclusivamente i profili più bassi, terzi e quarti livelli, vale a dire persone che per la grande maggioranza sono in contratto part time, mentre caporeparto, caposettore e dirigenti sono immuni ai licenziamenti”. I sindacati hanno indicato tre fattori principali tra i motivi del calo di Auchan Italia: la crisi, il modello ipermercato e le errate strategie commerciali.