Da oggi IO può. Il progetto IO (io.italia.it) è un importante pilastro della visione di cittadinanza digitale del governo italiano. Ideato e sviluppato dal team per la trasformazione digitale e oggi gestito da PagoPA S.p.A., ha l’obiettivo di facilitare l’accesso dei cittadini a tutti i servizi digitali della pubblica amministrazione e ai diritti che questi servizi garantiscono. Più che annunciarlo il governo in questi giorni frenetici, però, è stato oggi Riccardo Luna su La Repubblica a darne sostanzialmente notizia.
L’applicazione, che vuole essere un unico punto di accesso per interagire in modo semplice e sicuro con i servizi pubblici locali e nazionali (Comuni, Regioni, agenzie centrali), direttamente dallo smartphone, è stata ufficialmente lanciata anche con un post sulla pagina Facebook ufficiale, ancora scarsamente seguita.
“Abbiamo mantenuto l’impegno di rendere disponibile, nei tempi previsti, la prima versione pubblica di IO, l’app dei servizi pubblici, dando inizio al percorso che – progressivamente – porterà i cittadini italiani ad avere dei nuovi servizi pubblici digitali, moderni e centrati sulle loro esigenze. Tutti i cittadini che desiderano partecipare alla sperimentazione dell’app, oggi possono iniziare a usarla con i primi servizi degli Enti nazionali e locali che hanno già aderito; molti altri se ne aggiungeranno nelle prossime settimane. Per contribuire alla gestione dell’emergenza COVID-19 lavoriamo allo sviluppo di nuove funzionalità pensate per rimanere disponibili su IO anche in futuro. Intanto, avere l’app sugli store consente a tutti gli Enti di definire quali servizi possono integrare già oggi, compresi quelli di maggiore utilità legati all’emergenza”, si legge sulla pagina IO, l’app dei servizi pubblici (@IOitaliait).
La grande novità consiste nell’esprimere una nuova visione dei servizi pubblici, completamente centrata sui bisogni dell’utente. Finalmente si mette il cittadino al centro della relazione con le istituzioni e si introduce un modo diverso di fare innovazione per e con la cittadinanza, seguendo dinamiche di sviluppo tipiche di una startup. Un radicale cambio di paradigma grazie al quale si cerca di perfezionare il modo in cui vengono erogati i servizi pubblici. L’innovazione di IO (che sta per input/output) intende portare importanti benefici alla PA: integrando i propri servizi sull’app, gli enti pubblici possono risparmiare denaro (non dovendo più sviluppare soluzioni proprietarie), aumentando nel contempo l’efficacia della relazione con i propri utenti e la conoscenza che i cittadini hanno dei servizi che essi erogano.
Grazie a IO, il cittadino può accedere alle funzioni comuni dei servizi pubblici di tutti gli enti di suo interesse (nazionali e locali) integrati sull’app. Per esempio:
- ricevere messaggi e comunicazioni da un ente, con la possibilità di archiviarle;
- ricordare e gestire le proprie scadenze verso la pubblica amministrazione (es. carta d’identità, permesso ZTL, bandi per iscrizione ai nidi), aggiungendo i promemoria nel proprio calendario personale con un clic;
- ricevere avvisi di pagamento, con la possibilità di pagare servizi e tributi (es. bollo auto, TARI, mensa scolastica, multe) dall’app in pochi secondi (direttamente dal messaggio o tramite scansione QR dell’avviso cartaceo) portando sempre con sé lo storico delle operazioni e le ricevute di pagamento;
- [prossimamente] ottenere certificati, notifiche e atti pubblici, da conservare nel proprio smartphone;
- [prossimamente] avere sempre a disposizione i propri documenti personali in formato digitale (codice fiscale, patente, tessera sanitaria).
Per iniziare a usare IO, ogni cittadino deve registrarsi all’app con un’identità digitale forte, per garantire la propria identità in maniera sicura e inequivocabile agli enti che erogano i servizi di interesse. Il cittadino deve, quindi, autenticarsi con le proprie credenziali SPID o, in alternativa, con la Carta d’Identità Elettronica (CIE) abbinata al PIN che il cittadino riceve al momento del rilascio della nuova carta, e che garantisce che possa essere l’unico ad utilizzarla (anche in caso di furto del documento). In seguito alla prima registrazione, si potrà accedere all’app più facilmente digitando il PIN scelto dal cittadino o tramite riconoscimento biometrico (impronta digitale o riconoscimento del volto). A tutela della privacy, aggiornando le proprie preferenze nell’app, il cittadino può scegliere in ogni momento quali servizi possono contattarlo tramite IO, quali messaggi ricevere, e come riceverli.
Tutti gli enti pubblici, locali e centrali, possono portare i propri servizi liberamente su IO: è semplice e veloce, ma soprattutto è la conditio sine qua non per consentirne l’utilizzo ai cittadini. Per questo motivo è auspicabile che le amministrazioni provvedano in tempi rapidi a integrare lo strumento, a maggior ragione in questa fase di isolamento e distanziamento fisico che consentirebbe di agevolare l’interazione tra cittadini e PA. La nuova app IO ha un’anima interamente open source basata su processi di sviluppo aperti e collaborativi: di conseguenza , in quattro semplici passaggi gli enti locali possono cogliere l’opportunità di avvicinare la comunità.
A tal proposito Riccardo Luna, nel suo contributo quotidiano per la rubrica Stazione Futuro fa notare che per il momento “a livello nazionale c’è solo l’ACI: potete pagarci il bollo auto e informarvi sul certificato di proprietà dell’auto. Insomma l’app c’è, i servizi arriveranno, speriamo presto anche perché così non serve a molto. Ma c’è un servizio che ci permettiamo di suggerire: il famigerato modulo di autodichiarazione che ogni cittadino dovrebbe scaricarsi e stampare o ricopiare a mano aggiungendo una motivazione valida per poter circolare. Ecco, in attesa che la app si popoli, questo semplice strumento le darebbe un senso”.