L’insufficienza cardiaca è secondo dati ufficiali del Ministero della Salute la principale causa di ricoveri ospedalieri per patologia in Italia. In Italia 600.000 persone, circa l’1% della popolazione, soffrono di insufficienza cardiaca. Ogni anno avvengono circa 200.000 ricoveri per scompenso cardiaco e si registrano circa 87.000 nuovi casi di insufficienza cardiaca. Parte di questi
pazienti, in considerazione del quadro clinico, rientra nella definizione di scompenso cardiaco avanzato. La durata della degenza di un paziente con insufficienza cardiaca è in media di 9 giorni, con un costo medio del ricovero per paziente di circa 3.200 euro, con valori almeno doppi nei pazienti con scompenso avanzato.
In questo contesto, merita particolare attenzione l’esperienza dell’Ospedale Monaldi di Napoli, che si impone come struttura ospedaliera all’avanguardia grazie all’utilizzo di un protocollo medico innovativo per il trattamento dell’insufficienza cardiaca avanzata. È infatti diventata una “best practice” del Monaldi da circa due anni un protocollo medico spagnolo, che l’ospedale campano ha introdotto con un impatto significativo nell’ambito del sistema sanitario regionale. Il Monaldi è infatti il primo ospedale italiano a utilizzare infusioni ripetute di inodilatatori in regime di Day Hospital per il trattamento di pazienti con insufficienza cardiaca avanzata.
“Gli inodilatatori – spiega il Professor Pacileo, Responsabile dell’Unità Dipartimentale “Scompenso Cardiaco e Cardiologia Riabilitativa” dell’Ospedale Monaldi – sono farmaci che hanno la duplice azione di aumentare la forza contrattile del cuore (effetto inotropo) e determinare una dilatazione arteriosa (effetto vasodilatatore) con miglioramento della performance cardiaca. Presso il nostro centro si effettua, in pazienti selezionati con scompenso cardiaco avanzato, la somministrazione in regime di Day Hospital di un innovativo farmaco inodilatatore, il levosimendan. La somministrazione ha una cadenza bisettimanale e una durata compresa tra 6-8 ore (in rapporto al peso corporeo del paziente)”.
Sulla base dei risultati di autorevoli studi clinici italiani e internazionali, il trattamento con levosimendan si è imposto come un’opzione terapeutica sicura per i pazienti nei quali la patologia è in peggioramento, attestandone innumerevoli benefici. Si è evidenziato infatti un miglioramento complessivo del quadro clinico, una diminuzione del numero di ospedalizzazioni e un miglioramento della qualità della vita dei pazienti e dei familiari grazie alla caratteristica del trattamento in Day Hospital.
A tal proposito, occorre ricordare che è stato possibile garantire ai nostri pazienti la somministrazione del farmaco non in regime di ricovero ordinario anche durante il periodo della pandemia da
COVID. Tutto ciò assume particolare valore se si considera che si tratta di pazienti fragili le cui cure non possono essere differite nel tempo, analogamente a quanto avviene per i pazienti oncologici.