A Pomigliano d’Arco il Pd che tiene fuori le nuove leve

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Esclusi da un’assemblea, i giovani del partito democratico locale hanno manifestato senza remore la delusione. Corre sui social il disappunto.

Negli ultimi anni il Pd di Pomigliano non ha mai dimostrato di fare cerchio. A partire dalla precedente consiliatura, poi in occasione delle ultime elezioni amministrative. E nemmeno oggi, a distanza di poco più di un anno e mezzo dal voto che ha portato in consiglio comunale quattro dem. Troppe le correnti interne. Un gruppo di giovani militanti si era rimboccato le maniche e stava provando a ricostruire un’immagine del partito sfasciata dai personalismi, per renderla scevra di individualismi, basarla su idee, concetti. Hanno provato a creare consensi dal basso, scendendo in campo, dando vita ad iniziative, mettendosi in gioco. Qualcuno era riuscito a farsi spazio anche a livello dirigenziale. Uno di loro, Michele Tufano, uno studente 23enne da tempo impegnato politicamente, siede per la prima volta in consiglio comunale. Qualche settimana fa ha dovuto cedere il posto di capogruppo del Pd, per motivi di studio che lo terranno lontano per qualche mese dall’Italia. Ma Tufano, pur essendo a migliaia di chilometri di distanza, continua a seguire la sua città, il suo partito, le vicende amministrative. E ieri, usando Facebook, ha espresso il suo sfogo su un episodio di “emarginazione” che ha coinvolto i ragazzi del circolo cittadino. «Pare che ieri – ha scritto sul social network – si sia svolta un’assemblea, convocata attraverso una mail a firma di Giuseppe Esposito. Pacificamente, tal Giuseppe Esposito non ha ritenuto necessario informare di questa assemblea né me (che il Pd lo rappresento in consiglio comunale) né alcuno dei ragazzi che con me negli scorsi anni ha condiviso ruoli di direzione politica o semplice militanza nel circolo. Pare che questa assemblea abbia deliberato la nomina dei due facilitatori come garanti per il tesseramento del circolo e addirittura l’apertura di una nuova sede del Pd sul territorio. Dice che vogliono “far risorgere il PD a Pomigliano”. In bocca al lupo». E una riflessione la dedica ai “facilitatori”: «La scorso ottobre la segreteria regionale s’era inventata di nominare due facilitatori per il circolo Pd di Pomigliano: Giuseppe Esposito (responsabile Enti Locali del Pd Napoli, oltre che capogruppo uscente del Pd nel consiglio comunale di Pomigliano) e Toti Lange (già vicesegretario provinciale). Questa inedita figura del “facilitatore”, sconosciuta ai regolamenti ed allo statuto del Pd, veniva brevettata attraverso una nota inviata a me in qualità di segretario cittadino del PD Pomigliano, incarico da cui mi ero dimesso più di un anno prima a seguito della sconfitta elettorale». A ruota sono partiti i messaggi delle altre “primavere” del gruppo, su una vicenda che mina ancor di più la stabilità del partito locale, già compromesso dalle divisioni interne, dalla mancanza di un segretario e da un commissariamento che va avanti da troppo tempo. Intanto la vecchia guardia si sta organizzando, prepara il terreno per creare noi spazi politico-elettorali di centrosinistra fuori dal partito. Ieri nella Casa del Popolo, sede del Pd cittadino, si è tenuto un dibattito promosso da “Collettivo di rigenerazione democratica”, “Progressisti per Pomigliano” e “Consenso”, il movimento messo in piedi a gennaio da Massimo D’Alema. Un incontro per discutere di «idee e iniziative delle forze democratiche e progressiste nell’attuale fase politica. Del Pd ieri, nella casa del Pd, c’era solo l’insegna luminosa. Fuori, intanto, esplodeva l’amarezza di quei “figli” di un partito che li ha lasciati a casa.