Titolo indovinato quello che Carlo Cerciello ha dato alla sua ultima creazione, in scena a Napoli al Teatro Elicantropo fino al 3 febbraio. ‘Audizioni”, spettacolo liberamente ispirato a testi di Gloria Calderon Kellett, richiama alla mente due diverse idee. La prima è la prova, la breve esibizione di un artista che aspira a far parte di un organico, di una produzione. La seconda è l’atto dell’ascoltare. Entrambi i significati calzano a pennello a questa ironica, scoppiettante, sorprendente galleria di personaggi femminili. Cerciello ha creato una struttura, un filo conduttore, che dal primo monologo, La Dea, infila l’uno dopo l’altro altri ben sedici personaggi.
Una figura zoppicante attraversa un corridoio su cui sono proiettate in rapida successione tracce di sangue, immagini patinate e ossessive dello showbiz, brevi video del mondo dell’informazione che sovrappongono barche di villeggianti a barche di migranti e, quando la scena si fa chiara, è Dio in persona che ci parla. E ci rivela che lui, in realtà, è una lei, anzi non ha sesso, ma se deve apparire in pubblico preferisce di gran lunga le sembianze femminili. L’uomo sì, ha un suo valore, ma la donna, dice, “è un capolavoro”. La Dea si dichiara disponibile ad ascoltare le creature, le loro lamentele e le loro domande. E qui parte un’irresistibile galleria di personaggi che porta in scena le conseguenze dell’innaturale sovraesposizione delle donne e dei loro corpi e le nevrosi generate dalle forzature dei loro ruoli. Si comportano tutte non solo come persone che chiedono ascolto, ma proprio come aspiranti attrici a un’audizione: la scena è una passerella, tutto è sopra le righe, tutto è spettacolo. Come non riconoscere una critica feroce del nostro mondo contemporaneo, che Cerciello chiama giustamente “blob”, dove la sofferenza umana reale viene sovraesposta, divorata e digerita per essere infine cancellata e dimenticata. Le cinque straordinarie attrici a cui è affidato questo compito sono Mariachiara Falcone, Fabiana Fazio, Ianua Coeli Linhart, Cecilia Lupoli, Sefora Russo, che si sono formate al Laboratorio permanente teatrale dell’Elicantropo.
Sono intensi e divertenti tutti i personaggi. Colpiscono la brava ragazza che ha ucciso lo zio molestatore, la spigliata pattinatrice sexy, la tenera e impertinente disabile (tutte interpretate dalla bravissima Cecilia Lupoli) che battibecca con una suora imprevedibilmente spregiudicata ( Fabiana Fazio che ci regala anche La Dea e la Donna in carriera). Ianua Coeli Linhart, dopo La Straniera e la Santa interpreta un’esilarante Prima Donna, Eva, e Mariachiara Falcone la Remissiva e L’Ottimista. L’ultimo monologo è di Sefora Russo, la martire, che chiede quante volte ancora deve morire prima di essere ascoltata. E qui si chiude il cerchio, si chiudono le audizioni.
Uno spettacolo da non perdere, che fa il punto sulla situazione attuale, sulle false libertà e i veri nodi da sciogliere.
L’allestimento scenico di Audizioni è a cura di Andrea Iacopino, il trucco di Vincenzo Cucchiara, coadiuvato dall’aiuto regia di Cinzia Cordella e l’assistenza alla regia di Elisa Buttà.