OTTAVIANO. QUELLA VIA:LASCIA POCHE SPERANZE

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Torniamo a parlare di via C.O. Augusto, ma non per parlare della strada, bensì del commento di un lettore che ci ha offerto lo spunto per scandagliare la logica che muove una polemica. Di Carmine Cimmino

Non sono i fatti che muovono gli uomini, ma le opinioni sui fatti (Epitteto)

Un ex funzionario dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ottaviano mi fornisce copia di un suo ricorso, in cui egli, esaminata la delibera di giunta che approvò il progetto di “riqualificazione“ di via C.O. Augusto, scrive che “gli elaborati progettuali“ sono “carenti“ di documenti di fondamentale importanza. Pubblico l’esposto secondo gli schemi di quella che Ernesto Grassi chiamò la “logica della cronaca“: trascrizione letterale di dichiarazioni e di elenchi, abbondanza di virgolette, periodi brevi, intonazione impersonale. Non entro nel merito, diciamo così, tecnico: non ho alcuna competenza. Insomma, mi limito a dare la notizia.

Nell’ultima parte del “pezzo“ ripeto che i lavori di “riqualificazione“, quelli completati e quelli solo avviati, i lavori che hanno sbudellato una delle strade più belle del Vesuviano sono, per me, un pugno nello stomaco. Arriva il commento di un lettore, il cui nome di battaglia è “gigolo“. I francesi chiamano con questo termine vezzoso il giovanotto che gode dei favori di una donna di liberi costumi. Il signor “gigolo“ respinge come infondati alcuni rilievi dell’autore dell’esposto, glissa su altri, contesta la validità di critiche e di obiezioni. L’incompetenza mi impedisce di pronunciarmi sugli aspetti “formali“ della diatriba: io so solo che la strada sbudellata sta lì, sotto gli occhi di tutti, e che la ferita ormai va in cancrena.

Il signor “gigolo“ non si ferma alle contestazioni tecniche, va all’attacco delle persone. Questa parte del suo commento merita un’ attenta riflessione, anche perché l’anagramma di gigolo sarebbe, con la variazione di una sola lettera, logico, e l’ironia maligna del caso ha voluto che i propositi polemici del signor “gigolo“ inciampassero proprio in errori di logica linguistica. Egli cerca, prima di tutto, di ridimensionare la figura professionale dell’autore dell’esposto. Chi ha scritto quella lettera cosa ha fatto quando era sull’ ufficio tecnico? Nessuno lo ricorda. Il signor “gigolo“ usa lo schema della “falsa attribuzione“, che è un procedimento logico rudimentale. Lo usano i politici, quando non hanno argomenti, lo usano i tifosi di calcio. Un tifoso della Fiorentina dice a uno del Napoli: “Cannavaro non sa stoppare la palla“, e l’altro ribatte: “Perché, Gamberini la sa stoppare?“.

Si distrae l’attenzione dell’uditorio dal tema vero e dai protagonisti veri del dibattito, si attribuiscono all’avversario, arbitrariamente, dichiarazioni e opinioni false o alterate, tali che lo trasformino da attaccante in attaccato. Insomma, si tenta di truccare la partita. Ricordo al signor “gigolo“ che il tema dell’esposto non è la storia dell’Ufficio Tecnico del Comune di Ottaviano, che è, dai tempi di Carlo III di Borbone , una storia memorabile, è bene ricordarlo, una storia che aspetta il suo Rex Stout, o il suo James Ellroy. Il tema dell’esposto è l’ hic et nunc di una strada. Questa strada qui. Oggi. Questa strada la stanno “riqualificando“ altri, non l’autore dell’esposto. Se volessi seminare zizzania, direi che il signor “gigolo“ non rende un buon servizio ai funzionari che lavorano oggi “sull’Ufficio Tecnico“.

Nell’affermare polemicamente che l’ex funzionario quando era sull’ufficio tecnico non ha fatto nulla che fosse degno di essere ricordato, il signor “gigolo“ si espone a una violenta rimbeccata, secondo i principi di quella che Lucie Olbrechts Tyteca chiama “la logica del riconoscimento“. Sì, riconosco che “gigolo“ ha ragione. Quando ero sull’ufficio tecnico, non ho fatto nulla che meritasse di essere ricordato: ma è meglio non essere ricordato, che essere ricordato per lo sbudellamento di via Giovanni XXIII. Un notevole esempio di rimbeccata costruita sulla “logica del riconoscimento“ viene citato da Cicerone. Un tale, di ignobili natali, attacca Gaio Lelio, il raffinato, nobile amico di Scipione l’Africano, e gli grida: Sei indegno dei tuoi antenati. E Lelio ribatte: Ma tu, per Ercole, sei degno dei tuoi. Una domanda: che attività svolge uno che usa l’espressione essere sull’ ufficio tecnico? É un tecnico? É un politico?

A me il signor “gigolo“ consiglia di “cambiare il consulente in materia edile ormai obsoleto”. Come difensore il signor “gigolo“ non è proprio un Thiago Silva, un Pujol: si fa prendere alle spalle, come Bonucci e Barzagli dagli attaccanti della Russia, nell’amichevole di qualche giorno fa. Ma che fa, signor “gigolo“, scende in campo a difesa dell’amministrazione comunale, c’è questo guaio degli scavi e dei budelli, c’è, fresca fresca, la lettera degli operatori dell’aria mercatale al presidente del consiglio comunale, e lei tira in ballo il tema dei “consulenti in materia edile“?. Ha per caso la vocazione all’autogol? A proposito di “obsoleto“. C’è un ottavianese che usa l’aggettivo come il prezzemolo, lo mette in ogni discorso: ma non riesco a ricordare chi è. Lei mi può illuminare, signor “gigolo“?

Ringrazio il signor “gigolo“ perché mi sollecita a tornare, a breve, sul tema della “morte“ di Ottaviano. Lo ringrazio anche perché giudica “stancanti“ i miei attacchi all’amministrazione: dovrebbe essere, nelle sue intenzioni, una mezza offesa, è invece, per me, un gradito apprezzamento. Infatti, il mio obiettivo è quello di “stancare.” Se il signor “gigolo“ si “stanca“ troppo, gli consiglio un piatto di spaghetti alla puttanesca . Non c’è malizia, nel mio consiglio. C’è solo un omaggio al mirabile connubio tra capperi e olive nere, da cui si sviluppano onde di intensa energia. Se poi la stanchezza, nonostante l’azione convergente di pasta, chiapparielli e olive nere, non passa, allora conviene interessarsi di altre rubriche.
(Quadro: G. Klimt, La vergine, 1912-13)

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