Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi

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Il mal di Natale: quando le feste diventano un obbligo più che un piacere.

Sebbene nell’immaginario collettivo le feste di Natale siano un momento di gioia, di condivisione e di convivialità, non sono poche le persone che vanno in controtendenza rispetto a tutto questo. Si tratta di una percentuale più alta di quel che possiamo pensare e che è aumentata nell’ultimo periodo anche a seguito di questa logorante crisi economica che di certo non favorisce nelle persone quel clima di festa e quell’atmosfera tipicamente natalizia.

Una delle motivazioni che potrebbe rendere ragione di uno stato d’animo del genere, al di là dei malesseri e delle difficoltà personali e che variano quindi da un soggetto ad un altro, è probabilmente la condizione di obbligo e di costrizione a cui molti si sentono assoggettati quando si avvicina il periodo natalizio. In pratica è come se l’obbligo delle feste, di mostrarsi felici e sorridenti a tutti i costi, generasse un’insofferenza determinata dal fatto che interiormente non ci si sente così eppure così “richiedono” le feste.

Il Natale richiede che siano addobbate le proprie case, che ogni angolo delle stesse venga stravolto da quel candore e quella semplicità che normalmente la caratterizza per essere deformato dai soliti rituali che alla fine si riducono in mere formalità. Il Natale richiede, come recita il detto, che si trascorra in famiglia: madri che si sacrificano per ore in cucina a preparare i piatti della tradizione; nipoti adolescenti che sbuffano sperando che arrivi in fretta l’ultima portata per scappar via; per non parlare degli assenti che proprio perchè sono assenti e che quindi si sono sottratti all’obbligo del “Natale con i tuoi” sono bersaglio di lamentele interminabili per il tradimento servito. Eppure cosi si deve fare. Perchè è Natale. Ed è proprio quel “così si deve fare” che genera in molti insofferenza e irritazione.

Non è una situazione così assurda e così aliena al nostro vivere quotidiano quella appena presentata. Nello specifico la situazione è stata descritta in relazione al Natale ma potremmo estenderla a qualunque altro periodo dell’anno e a qualunque altro momento della nostra vita. E porci la seguente domanda: cosa c’è di peggio che essere felici, gioiosi e sorridenti quando tutto questo ci è prescritto dalle convezioni sociali? Il Natale non è una prescrizione, non è la medicina che poi ci aiuta a star bene. Anzi, tutt’altro. Ciò che eventualmente può aiutarci a star bene, a non piegarci passivamente alle convenzioni sociali e soprattutto a riscoprire il valore soggettivo rivestito dal Natale è appunto, la libertà. La libertà di scegliere e di decidere come significare questa ricorrenza.

Parafrasando il pensiero di Virginia Satir, una dei massimi esponenti della terapia familiare: “La libertà di vedere e di sentire ciò che è, invece di ciò che dovrebbe essere, era o sarà. La libertà di dire cosa provi e pensi. Invece di quello che dovresti. La libertà di provare quello che provi, invece di quello che sarebbe necessario. La libertà di chiedere quello che vuoi, invece di aspettare sempre un permesso. La libertà di assumere dei rischi su te stesso, invece di essere solo sicuro e di non agitare le acque intorno a te”. L’indicazione che si coglie chiaramente dalle parole della studiosa è un invito non solo a scegliere liberamente ma anche ad assumersi la responsabilità e le conseguenze della proprie scelte che seppur noi riteniamo siano giuste non sempre sono condivise dagli altri.

Scegliere che significato dare al proprio Natale vuol dire essere in grado di cambiare gli schemi, di ovviare consapevolmente alle regole, e di essere felici per questo. Attribuire agli eventi il significato che vogliamo vuol dire anche riuscire a vivere gli stessi in modo qualitativamente migliore. È giusto dunque trascorrere il Natale come si desidera, senza condizionamenti, attribuendogli il valore che si vuole al di là delle convezioni sociali perchè non c’è niente di più brutto che mostrarsi felici e contenti quando non lo si è. Bisogna riscoprire il valore soggettivo del Natale e viverlo come si preferisce. È questa la libertà di scegliere e di decidere.

(Fonte foto: Rete internet)

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