La direttrice che chiude un occhio, anzi tutt’e due, è responsabile

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E’ legittima la misura cautelare degli arresti domiciliari emessa nei confronti della direttrice di una scuola per avere omesso di esercitare i suoi poteri di vigilanza sul comportamento di una maestra che ha maltrattato i suoi alunni.

Con ordinanza il Tribunale emise la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di una direttrice , indagata per il reato di maltrattamenti continuati ai danni di alunni della scuola ove Ella svolgeva la funzione di direttrice ed ometteva, in tale veste, “di esercitare i poteri di vigilanza, controllo, segnalazione e denuncia” non impedendo ,così, i maltrattamenti posti in essere da un’insegnante.

Avverso il provvedimento ricorse, allora, per Cassazione la direttrice rilevando che il Tribunale non ha tenuto conto del ruolo effettivo della direttrice – in base alla normativa che disciplina il suo contratto di lavoro – che non le consentiva interventi diversi da quelli effettuati (segnalazione ai suoi superiori di quanto appreso). Rileva, poi, che il Tribunale non ha preso in considerazione tutti gli elementi probatori a suo favore .

Il ricorso è infondato: Cassazione penale , sez. II, sentenza 17.09.2014 n° 38060
Infatti, il Tribunale del riesame ha correttamente esposto le ragioni per le quali ritiene di confermare la misura cautelare adottata nei confronti della ricorrente.

In particolare ha ben evidenziato la fonte normativa che individua i precisi doveri dell’indagata che si sostanziano in “un obbligo di vigilanza” e in “un obbligo di segnalazione agli organi competenti“.

Inoltre, il Tribunale ha correttamente sottolineato in cosa sia consistita la condotta omissiva della direttrice.

In particolare il Tribunale evidenzia le omissioni in ordine al dovere di segnalazione e di vigilanza ed elenca, correttamente, le fonti di prova dalle quali ricava tale convinzione. A proposito delle fonti di prova il Tribunale indica anche l’intercettazione ambientale mediante riprese video effettuate e rileva come dal contenuto di tale intercettazione non viene mai registrata la presenza della direttrice (che come si è detto aveva anche un obbligo di vigilanza; obbligo di vigilanza che doveva essere più incisivo soprattutto alla luce di quanto stava emergendo). Circostanza, questa, che ha portato una maestra a continuare “nelle sue condotte di maltrattamenti” dei bambini fino a quando sono state eseguite le misure cautelari della direttrice.

 GENITORI, SCUOLA E DIRITTO