Al convegno organizzato sull’Agenzia di sviluppo dell’area nolana sono stati evidenziati i problemi del territorio e che solo il lavoro può assicurare sviluppo vero e non importato alle nostre zone.
Invitato, ho partecipato, sabato scorso, ad un importante convegno, nell’aula consiliare del comune di Nola, sull’Agenzia di sviluppo dell’area nolana.
Ma, prima di parlare di sviluppo in una interessantissima tavola rotonda, attraverso esperti della materia (Luigi Pappalardo e Osvaldo Cammarota) sono stati evidenziati, ad un pubblico attento, competente e appassionato, i problemi reali del territorio dell’area nolana. Innanzitutto – è stato detto – un territorio devastato dall’inquinamento, sversatoio per anni dei veleni locali e dei veleni importati da tutta l’Italia. La Campania Felix non esiste più. L’agricoltura è sparita. Grosso contributo è stato fornito dalla malavita, ma soprattutto dagli amministratori locali, ciechi per scelta o per incapacità. Il commercio, o meglio quello che ne resta. Il commercio in questo territorio è quello del CIS – Vulcano Buono.
I negozi cittadini aprono e chiudono continuamente. E neanche il CIS-Vulcano Buono gode di ottima salute. L’industria è quella dell’area ASI, dove l’unica perla di eccellenza era l’Alenia, che per scelta politica nazionale e ignavia locale, è essenzialmente volata in Lombardia, rendendo quella regione ancora più ricca e la nostra sempre più povera. E senza considerare la situazione della Fiat di Pomigliano d’Arco, che ben tutti conosciamo. Il turismo è bene illustrato dalle vicende del “Villaggio Preistorico”. “L’altro giorno, – ha detto Pappalardo – ho letto che l’amministrazione comunale di Nola, nell’elencare le cose positive fatte, si è vantata di avere evitato che il villaggio fosse di nuovo sotterrato. E ci mancava anche questo! Sarebbe stato il colmo della vergogna. Ma intanto il villaggio continua ad essere sommerso dall’acqua e quindi a perire”.
I giovani, inoltre, abbandonati al loro destino, gravano sulle spalle delle famiglie, particolarmente dei nonni. Questa la fotografia della realtà! Il convegno ha evidenziato, poi, le tante risorse e opportunità del nostro territorio che tutti dobbiamo impegnarci a sviluppare per una vera crescita civile e sociale. E a questo punto il dott. Pappalardo ha messo in risalto alcuni elementi fondamentali, su cui lavorare insieme, per creare vero sviluppo: una produzione di qualità per poter far sopravvivere l’agricoltura; la posizione geografica del territorio (l’essere al centro della Campania è un elemento fortemente positivo.
Nola e il suo territorio sono facilmente raggiungibili, per cui la movimentazione di merci e persone è facile e non costosa); lo stesso territorio (vasto, pianeggiante, disponibile per insediamenti produttivi di qualsiasi genere, e contrariamente a quanto avvenuto con CIS, Vulcano Buono, e ultimamente NTV, classico esempio di esproprio prepotente di territorio, è necessario saperlo valorizzare per trarne il massimo profitto); le infrastrutture (le autostrade, le ferrovie, l’interporto, la vicinanza di porti importanti quali quelli di Napoli e Salerno, rendono l’area Nolana appetibile per qualsiasi insediamento serio); la disponibilità di risorse umane lavorative di ampio respiro (la scolarità elevata della gente dell’area rende disponibile professionalità altrove carente); la storia e la cultura ( Nola e il suo territorio sono un percorso nella storia del nostro Paese.
Presenze greche, sannite, romane, del medio evo, sino ad arrivare all’eccidio del 1943, hanno scandito la storia dell’Italia. Personaggi come Ottaviano Augusto, Giordano Bruno, Morelli, Silvati, Minichini hanno fatto la storia. Senza dimenticare il nostro folclore e le nostre tradizioni da esplicitare anche a tavola). Alla conclusione tutte le associazioni presenti hanno evidenziato la inadeguatezza dell’attuale Agenzia di Sviluppo Locale, vero carrozzone politico-clientelare, completamente da rifondare. Nel mio intervento ho sottolineato che lo sviluppo, secondo la Chiesa, non è solo di ordine economico, ma “di tutto l’uomo e di tutti gli uomini” e che solo il lavoro, non l’assistenzialismo, dà vera dignità alla nostra gente e assicura sviluppo vero e non importato, al nostro territorio. Da qui l’impegno da parte di tutti, perché solo noi meridionali possiamo essere i primi attori del nostro progresso.
ANNUNCIARE, DENUNCIARE, RINUNCIARE