“Non stiamo zitti” è la campagna lanciata da Telefono Azzurro per rompere il silenzio sul fenomeno della violenza sui minori.
Il Telefono Azzurro lancia un mese tutto dedicato ai bambini, il mese dell’ “Aprile Azzurro”, con l’obiettivo di richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sul fenomeno dell’infanzia violata. Per dare un’idea di quanto il fenomeno della violenza sui minori, in Italia, sia una realtà presente basta far riferimento ai dati raccolti dal Centro Nazionale di Ascolto di Telefono Azzurro che nel periodo che va dal 2008 al 2013, ha gestito più di 16.000 richieste di consulenza riguardanti bambini e adolescenti in difficoltà. Dai dati si rileva che la tipologia di violenza maggiormente segnalata e diffusa è l’abuso psicologico; altro dato degno di nota riguarda il fatto che la maggior parte degli abusi segnalati vengano messi in atto da persone conosciute (oltre l’80% dei casi), per lo più appartenenti al nucleo familiare o addirittura un genitore (madre 46,6% e padre 39,6%).
Per fare luce sullo spinoso tema delle violenza sui bambini, occorre innanzitutto chiarire cosa intendere quando parliamo intercambiabilmente di violenza o abuso sui minori. Secondo la definizione data nel 2002 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “per abuso all’infanzia e maltrattamento debbono intendersi tutte le forme di maltrattamento fisico e/o emozionale, abuso sessuale, trascuratezza o negligenza o sfruttamento commerciale o altro che comportino un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, per la sua sopravvivenza, per il suo sviluppo o per la sua dignità nell’ambito di una relazione caratterizzata da responsabilità, fiducia o potere”. Ciò sta ad indicare che quando si parla di abuso non si fa riferimento esclusivamente ai maltrattamenti di ordine fisico o sessuale ma anche all’incapacità più o meno accentuata, da parte di genitori e di altri adulti di riferimento, di fornire cure adeguate a livello materiale ed emotivo al proprio figlio.
Nella letteratura sulle conseguenze psicologiche immediate delle diverse forme di abuso e di maltrattamento, si fa riferimento a due principali emozioni, quelle della colpa e della vergogna, che sembrano dominare l’universo emozionale delle piccole vittime. Si parla di sentimenti di colpa quando si fa riferimento alle conseguenze psicologiche in un bambino maltrattato poichè, il piccolo, a seguito degli abusi e dei maltrattamenti subiti, tende ad attribuire a se stesso e al proprio comportamento ciò che di terrificante vive ogni giorno. Il soggetto, in pratica, si assume la responsabilità per il disagio e il malessere altrui dal momento che non riesce a “codificare” e a cogliere appieno il senso della situazione tremenda e spaventosa che lo vede coinvolto come vittima. Oltre alle reazioni immediate, l’abuso determina nei minori effetti a lungo termine. Anche a distanza di anni le vittime possono presentare stati ansiosi, depressione, insicurezza, aumento dell’aggressività, difficoltà di apprendimento, sentimenti di colpa e problemi sessuali.
Attualmente, rispetto al passato, vi è una maggiore attenzione al tema del maltrattamento infantile e l’Associazione Telefono Azzurro, con le sue campagne di sensibilizzazione ha contribuito, in maniera capillare, sul territorio internazionale affinchè venissero rispettati i diritti dei bambini e degli adolescenti. Attraverso le linee telefoniche 1.96.96 e la chat, Telefono Azzurro è infatti impegnato 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, nell’ascolto e nel dialogo con bambini e adolescenti. Come si apprende direttamente dal sito web curato da Telefono Azzurro, al numero gratuito attivo 24 ore al giorno, rispondono operatori e volontari adeguatamente formati. Possono chiamare l’1.96.96 bambini e adolescenti che si sentono in pericolo o anche solo desiderosi di raccontare piccole e grandi difficoltà che si trovano a vivere, oppure adulti che intendono parlare di problemi che coinvolgono bambini e adolescenti.
(>Fonte foto: Rete internet)