Fiat, una messa contro i licenziamenti e intanto la procura indaga sulla vicenda

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Don Peppino Gambardella ha organizzato la messa domenicale per gli operai. Ma il sindaco, Raffaele Russo (Pdl), non ci sarà. Nel frattempo il procuratore di Nola non smentisce l’esistenza di un’inchiesta sul Lingotto.

La prima, vera reazione ai licenziamenti decisi da Marchionne partirà oggi, a mezzogiorno, da una chiesa di Pomigliano, la chiesa madre di San Felice in Pincis. Il parroco, don Peppino Gambardella, sacerdote da sempre schierato al fianco dei lavoratori, ha annunciato una messa di quelle più che significative. Gli operai della Fiat si avvicenderanno all’altare mentre il sacerdote terrà un’omelia. Un discorso puntato sulla clamorosa vertenza dei 19 licenziamenti di altrettanti lavoratori in attività, tutti da estromettere per far posto ai cassintegrati iscritti alla Fiom, che, secondo la magistratura, sono stati discriminati dall’azienda a causa delle loro idee.

«19 persone entrano perché devono sapere che tolgono il lavoro a qualcuno? Tutto questo è diabolico, inumano », stigmatizza, comunque con tono molto pacato, don Peppino. «Dirò a Marchionne – aggiunge il sacerdote – che lui ha tanti soldi, per carità, meritati, e che quindi non ha il problema di noi, qui, nel Mezzogiorno, che facciamo fatica anche a portare il piatto a tavola. Gli rivolgerò un appello ad avere un po’di umanità, un po’ di cuore». Don Peppino Gambardella si dichiara molto preoccupato da tutta questa situazione. «Si – conferma – preoccupato dai 19 licenziati ma anche dalle altre migliaia di cassintegrati che, a questo punto, non si sa se troveranno più spazio in fabbrica e questa prospettiva mi spaventa: migliaia di persone, di famiglie, senza più nulla».

Paura, quella manifestata dal sacerdote, scaturita anche da altri suoi interrogativi: «Prendo in buona fede quello che l’ad ha detto, cioè che non vuole chiudere la fabbrica. Ma allora tutta questa rigidità da dove nasce ? Vuole i finanziamenti pubblici ? Cosa vuole? E poi, la contrapposizione tra sindacati buoni e cattivi: una contrapposizione ad arte. Dove porta ? Non è che fa comodo a qualcuno ? » Ma le divisioni non sono solo di carattere sindacale. «No, non ci sarò alla messa», risponde il sindaco di Pomigliano, Raffaele Russo, sin dalla prima ora caparbio sostenitore delle tesi Fiat. «Io però – chiarisce Russo – non ho detto affatto che Marchionne faccia bene a licenziare. Lo scambio di prigionieri è una barbarie – tiene a dire il sindaco – ma ciò è la conseguenza dell’atteggiamento della Fiom, che non firma gli accordi perché ha una posizione esclusivamente ideologica, perché ha obiettivi politici che faranno correre il rischio che la fabbrica chiuda».

Due punti di vista molto diversi, quello del parroco della chiesa più grande di Pomigliano e quella del sindaco di questa città strozzata come tante altre da una crisi tremenda. Una città che è termometro costante dell’andamento economico del Sud, grazie alle sue grandi fabbriche, Fiat, Avio, Alenia. Una città divisa, però, esattamente come divisi sono i suoi sindacati e i suoi politici. Contrasti vecchi e nuovi che si fondono in un’unica miscela esplosiva. Il sindaco Russo spara ad alzo zero non solo sulla Fiom ma pure sulla magistratura. Ironizzando anche: «La Fiat deve chiamare in fabbrica le figure professionali di cui ha bisogno e non quelle imposte dai giudici. La magistratura è un po’ come certi arbitri: quando arbitrano la Juve perdono capacità e professionalità».

Ma don Peppino chiede serenità: «Non voglio che Pomigliano veda la Fiat come una nemica: noi la vogliamo vedere amica. Marchionne ha saputo trovare soluzioni per la Chrysler, possibile che non riesca a trovarne una per l’Italia? » Ora però rischia di cadere un’altra tegola sul Lingotto. Stavolta dal fronte giudiziario. «Non smentisco ma non posso confermare: non posso dire nulla in una situazione di questo genere» . A giudicare non solo dalle sue parole ma anche dal tono usato il procuratore capo di Nola, Paolo Mancuso, lascia in qualche modo intendere che sia stata aperta un’indagine sulla vicenda Fiat. Un’inchiesta, più che certa, è iniziata a maggio, quando i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno chiamato in caserma il segretario regionale della Fiom, Andrea Amendola.

« Si – conferma Amendola – sono stato convocato in caserma e mi hanno interrogato, hanno interrogato anche delegati di fabbrica » . Alcuni mesi prima i metalmeccanici della Cgil avevano depositato una denuncia nella procura di Nola. «la Fiom ha fatto una richiesta d’indagine – aggiunge Amendola – siccome c’era una violazione dello Statuto dei lavoratori noi avevamo chiesto di verificare la violazione di norme penali». Il segretario regionale della Fiom fa però un’analisi più complessiva. « Ho letto alcune notizie – conclude – relative al fatto che la Fiat nel creare la newco non ha applicato la norma sul trasferimento di ramo d’azienda, cosa che ha consentito di accedere a finanziamenti» .

Ma Gerardo Giannone, operaio a Pomigliano ed ex rsu della Fim, fuga i dubbi. « Ho scritto io – spiega Giannone – alcune osservazioni circa le normative europee che hanno consentito agevolazioni fiscali nelle assunzioni degli operai operate dalla newco. Nulla di strano però – chiarisce l’operaio – è stato ufficialmente spiegato tutto alla luce del sole, quando il piano per Pomigliano è stato presentato. Piuttosto – eccepisce Giannone – il problema è che se l’Ue recepisce la sentenza sulle discriminazioni in Fiat c’è il rischio che le agevolazioni saltino e che le riassunzioni dei cassintegrati vengano bloccate».
(Fonte Foto:Rete Internet)