Alle tre di oggi pomeriggio i sindacati firmatari dell’accordo Panda saranno ricevuti dai responsabili di Fabbrica Italia Pomigliano, nella direzione aziendale. Voci sull’arrivo di Marchionne a Pomigliano.
Il confronto sull’avvio della procedura di licenziamento si consumerà qui, tra lo stabilimento automobilistico di Pomigliano e, in caso di mancato accordo tra le parti, l’ufficio regionale del Lavoro, a Napoli.
Oggi pomeriggio (inizio fissato alle 15) si consumerà il primo round di questa difficile sfida, nella direzione aziendale della newco. Il prologo del faccia a faccia sta facendo comunque desumere una partenza positiva, almeno a giudicare dai tempi di espletamento di questa prima fase procedurale. I sindacati regionali del si all’accordo, Fim, Uilm, Fismic e Ugl, ieri hanno infatti quasi subito ottenuto la risposta che volevano dopo aver spedito il fax della richiesta d’incontro, trasmesso intorno alle 13 e 30. La risposta dell’azienda è giunta dopo appena due ore e mezza, intorno alle 16.
“Vi convochiamo per i chiarimenti dovuti”, il messaggio del Lingotto. Oggi dunque, nella direzione aziendale della newco, siederanno al tavolo del faccia a faccia, per il sindacato, i segretari regionali di categoria e i loro colleghi del settore auto, Giovanni Sgambati e Crescenzo Auriemma (Uilm), Giuseppe Terracciano e Michele Liberti (Fim), Felice e Luigi Mercogliano (Fismic), Luigi Marino e Ciro Esposito (Ugl). All’esame congiunto parteciperanno anche gli operai, un rsa, cioè un rappresentante sindacale aziendale, per ogni organizzazione dei metalmeccanici. Per la newco Fabbrica Italia Pomigliano ci sarà l’amministratore delegato Sebastiano Garofalo, ex direttore dell’ormai dismesso impianto di Termini Imerese, e il capo del personale, Carmine D’Agresti.
L’attesa attorno ai cancelli dello stabilimento è notevole. Ieri si vociferava che all’incontro di oggi avrebbe partecipato Sergio Marchionne in persona. A ogni modo i sindacati sperano che la Fiat revochi al più presto la procedura di mobilità per i 19 dipendenti Fip che dovranno far posto, per decisione della magistratura civile, ad altrettanti colleghi cassintegrati della Fiom. “Questo clima – spiega Giovanni Sgambati – non aiuta né i lavoratori né la Fiat. Comunque sappiamo che oggi potrebbe essere solo un incontro interlocutorio. Ma nessuna delle parti – avverte il sindacalista – può assumere rigidità delle posizioni perché si rischia di non essere compresi né dai lavoratori che lavorano nella newco, né dai tanti che ancora sono in cassa integrazione. La via maestra, per noi – conclude Sgambati – resta la difesa dell’accordo del 2010 e di tutti i lavoratori di Pomigliano”.
“Dopo l’incontro – anticipa poi Giuseppe Terracciano – i sindacati firmatari dell’accordo continueranno la discussione per individuare un percorso comune”. La richiesta di revoca dei licenziamenti è scontata. “Certo – confermano Felice e Luigi Mercogliano – dev’essere ritirata”. Anche la Fiom ha chiesto un incontro. “Credo che non ci convocheranno in fabbrica – prevede Andrea Amendola, segretario regionale dei metalmeccanici della Cgil – penso piuttosto che ci manderanno i loro avvocati, in qualche albergo”. Dal canto suo comunque il Lingotto chiarisce che “dal punto di vista procedurale la richiesta della Fiom è legittima”. Amendola nel frattempo afferma che i sindacati firmatari dell’accordo faranno ricorso ai tribunali.
“Esattamente come noi”, dice, non senza una punta di soddisfazione, il responsabile campano del sindacato diretto da Maurizio Landini. Ovviamente Fim, Uilm, Fismic e Ugl sperano il contrario. Domenica scorsa alcuni lavoratori della newco hanno partecipato alla messa di solidarietà organizzata a Pomigliano dal parroco militante don Peppino Gambardella. Hanno condannato la petizione “operaia” fatta circolare nella catena di montaggio per criticare la decisione della corte d’Appello di Roma, favorevole al rientro degli operai Fiom.