Haneke, Garrone, Reygadas, Loach: ecco i nomi dei registi premiati con i riconoscimenti principali. La Palma d”Oro va ad Amour di Haneke, una decisione che rispetta i pronostici e le chiacchiere della vigilia.
Raramente nei grandi festival vince il superfavorito della vigilia. Cannes 2012 rompe la tradizione e, nelle vesti della giuria presieduta da Nanni Moretti, premia il favoritissimo Amour di Michael Haneke con la Palma d’Oro. Condivisibili e forse prevedibili anche gli altri riconoscimenti, in una rassegna che si presentava con nomi di alto livello e non ha tradito (tranne qualche eccezione) le attese, lasciando qualche soddisfazione anche al cinema italiano.
Partiamo dal vincitore, l’austriaco Haneke. Autore con la “A” maiuscola, già vincitore a Cannes di una Palma d’Oro (2009, Il Nastro bianco), di un Premio alla regia (2005, Niente da nascondere) e di un Gran Premio della Giuria (2001, La pianista), alla vigilia era il cavallo vincente.
Il suo Amour ha messo d’accordo tutti. Haneke, abituato a sconvolgere il pubblico raccontando la necessità della violenza sociale, ha presentato a Cannes un film in parte diverso. In Amour la violenza e il male sono rappresentati dall’incedere naturale di una malattia mortale, che sconvolge l’esistenza di una coppia di anziani. La classe e la consueta assenza di retorica o moralismi del regista austriaco hanno offerto un racconto splendido e toccante, un’altra parabola sull’esistenza inevitabile del male, con un tocco finale di speranza. Il film ha convinto tutti, per una Palma d’Oro tra le più “unanimi” del recente passato.
Il Gran Premio speciale della Giuria è andato a Matteo Garrone (Reality), forse grazie alla sponsorizzazione del Presidente di Giuria Nanni Moretti. In realtà la proiezione del film aveva lasciato abbastanza tiepidi critica e pubblico, ma evidentemente la Giuria ha voluto premiare l’ambizione di un film che, sotto le sembianze della commedia, ha affrontato un tema culturale tra i più complessi della società contemporanea. L’ossessione per lo spettacolo e per la partecipazione al Grande Fratello del pescatore napoletano Luciano è una metafora inquietante, sebbene a tratti divertente, dell’Italia di oggi, del ruolo sacro dell’immagine e della partecipazione a tutti i costi. Lo sguardo intelligente su un tema “caldo” e attuale, trattato con un linguaggio complesso tra humour e grottesco, ha probabilmente convinto la giuria a premiare Reality e a dare a Garrone il secondo riconoscimento dopo il Gran Premio speciale del 2008 per Gomorra.
Il premio per la migliore regia è andato invece all’opera più discussa e discutibile, Post tenebras lux del messicano Carlos Reygadas, anche lui già vincitore di un Premio della Giuria (nel 2007 per Stellet licht). Il film è stato universalmente demolito dalla critica già nei primi giorni successivi alla proiezione e la scelta finale della Giuria ha sorpreso tutti. Forse si tratta di uno di quei casi di sindrome da “bastian contrario”: con Moretti potrebbe non essere così improbabile. Oppure la Giuria ha voluto riconoscere la bravura dietro la macchina da presa di uno dei registi contemporanei più imprevedibili, il cui desiderio di essere “autore” a tutti i costi porta spesso a riprese che gridano la propria originalità senza comunicare quasi nulla e a scene scandalose ma gratuite. In Post tenebras lux troviamo apparizioni di diavoli, scene di sesso, frammenti scollegati dal resto, tutto ripreso in larga parte con una camera che sfoca i contorni.
L’autore di Japon, Battaglia nel cielo e Stellet Licht è un visionario dotato anche di profondità di racconto. Il Reygadas di Post tenebras lux, forse, è solo un provocatore da festival. In ogni caso, che la sua sia stata la migliore regia non sembra così incredibile, viste le capacità.
Dopo la Palma d’Oro del 2006 per Il vento che accarezza l’erba, Ken Loach vince il Premio della Giuria del 2012. Il suo The Angels’ share racconta una storia agrodolce nella tipica ambientazione marginale, tra uomini e donne “difficili” alla ricerca del riscatto sociale.
Cosmina Stratan e Cristina Flutur (Beyond the Hills) sono le migliori attrici, mentre Mads Mikkelsen (Jagten) vince il riconoscimento per l’interpretazione maschile. A Cristian Mungiu (Beyond the hills), il premio per la migliore sceneggiatura.
Cannes 2012 va in archivio con premi illustri e almeno 2-3 film sopra la media. L’unico limite di questa edizione, probabilmente, è stato quello di aver premiato autori già vincenti in passato al Festival, senza “scovare” nomi nuovi.
(Fonte foto: Rete Internet)