ASL, SCUOLA ED UNIVERSITÁ PER COMBATTERE LA DIPENDENZA DA INTERNET

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    L”argomento ha suscitato l”interesse di una laureanda presso la facoltà di Sociologia della “Federico II”. L”intervista. Di Annamaria Franzoni

    Dopo il successo dello scorso anno del Progetto “Il battello ebbro” (IAD, Internet Addiction disorder ,dipendenza dalla rete), organizzato dall’Uosm del distretto 24 della ASL NA 1 e realizzato dagli Esperti che hanno condotto le attività con i giovani liceali, il dott. Bruno Sanseverino e la dott.ssa Donatella Bottiglieri, si replica al Mercalli raddoppiando il numero delle classi aderenti.

    Quest’anno infatti oltre al biennio G l’esperienza è stata estesa anche alla sezione D i cui docenti ed allievi si sono “imbarcati” nell’interessante e stimolante percorso formativo che ha suscitato anche l’interesse della ricerca universitaria della facoltà di Sociologia della Federico II.
    Ho avuto, in tal proposito, l’occasione di intervistare la giovane Roberta Albano, laureanda presso la Facoltà di Sociologia dell’Università degli studi di Napoli Federico II che sta preparando una tesi sulla dipendenza da internet con la supervisione del docente Prof. Paolo Landri, docente del corso di Metodi e Analisi per la Comunicazione.

    Tramite gli articoli presenti online, Roberta è venuta a conoscenza del progetto“Il Battello Ebbro” sulla dipendenza da internet, che si è svolto nel precedente anno scolastico presso il Liceo Mercalli e siccome è proprio su questo argomento che sta sviluppando il suo lavoro di tesi, ha chiesto al Dirigente Scolastico Prof. Luigi Romano di entrare in contatto con i docenti e, tramite questi ultimi, con gli allievi che hanno aderito al Progetto.

    Da cosa nasce l’idea di effettuare un lavoro di ricerca sulla “dipendenza da internet”?
    “Ho notato, tramite la lettura di quotidiani e riviste non specializzate che c’era una diffusa attenzione su questo tema, che iniziava ad affermarsi come problema reale vero e proprio. Ne ho parlato con il prof. Landri che è stato subito molto interessato all’argomento. Dunque sono partita alla ricerca di centri o istituti che avessero affrontato questa problematica e attraverso internet sono giunta al progetto dell’ASL Na1 con la vostra scuola, che mi è sembrato subito molto interessante. Ho avuto un incontro con Bottiglieri e Sanseverino, che mi hanno esposto il progetto curato da loro nel dettaglio e da qui è partito l’interesse per Il Battello Ebbro”.

    Qual è, allora, l’intento di tale studio?
    “L’intento, o forse dovrei dire il tentativo, è quello di capire qual è il limite tra l’attaccamento positivo ad internet (tutte le positività del mezzo che conosciamo) e quello deleterio (fino ad arrivare a vivere la propria vita online) e quando e perché questo limite viene varcato. Secondo gli studi sociologici di Hennion, l’attaccamento è capace di generare effetti positivi e di produrre competenze, costruendo, allo stesso tempo e nel suo stesso farsi, l’oggetto della passione .Nella mia tesi l’utilizzo di internet si configura come una forma di attaccamento, nel significato sociologico del termine. Da qui è sorta la domanda: perchè e in che modo internet può configurarsi come forma di attaccamento negativa e quindi nociva?
    Per ora ho completato la parte teorica della tesi, e solo al completamento della parte di questionario potrò avere un’idea più chiara”.

    Tale percorso costituisce uno strumento attraverso cui la scuola, con il supporto dell’Asl e con il sostegno dell’Università, può contribuire alla formazione degli adolescenti coinvolti, affiancandoli nel loro processo di crescita e creando nuovi scenari in cui il mondo degli adulti, in stretta cooperazione con le nuove generazioni, diviene promotore attivo di forme di riflessione che impediscano l’insorgere di nuove dipendenze o che contribuiscano a mitigarle.
    (Fonte foto: Rete Internet)

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