Somma Vesuviana/Ottaviano, a più di un anno di distanza è ancora querelle sul Liceo Scientifico

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La Città Metropolitana propone ancora alla giunta regionale della Campania l’istituzione di un nono corso scientifico a Ottaviano. L’amarezza del Preside del liceo Torricelli di Somma Vesuviana.

Era dicembre 2016 quando l’allora sindaco di Somma Vesuviana, Pasquale Piccolo (oggi consigliere di opposizione all’amministrazione comunale guidata da Salvatore Di Sarno), scrisse una missiva indirizzata al presidente della giunta regionale, al presidente della Città Metropolitana e al consigliere per l’area istruzione. In quella lettera Piccolo spiegava di aver appreso della decisione di autorizzare l’istituzione di un liceo scientifico al «Diaz» di Ottaviano – appena tre chilometri da Somma Vesuviana e dunque dal liceo «Torricelli» – e si scagliava appunto contro quella eventualità, bollandola come non rispondente alle linee guida emanate dalla giunta regionale campana con delibera 509 del 22 settembre 2016. Il primo cittadino pro tempore faceva rilevare come nell’Ambito 20 ci fossero già ben otto licei scientifici, distanti l’uno dall’altro circa quattro chilometri in media. Era una lettera durissima e vi si sosteneva che la decisione andasse contro la riduzione di costi e sprechi. Ma quella stessa lettera arrivava pochi giorni dopo una querelle, innescata proprio attraverso ilmediano.it, da un intervento di Sergio D’Avino che poneva l’accento sul calo di iscrizioni al Diaz e sulla buona salute, invece, del Torricelli. «Come se un piccolo imprenditore aprisse un negozio accanto ad uno storico negozio con la stessa merce, gli stessi modelli e le stesse marche». D’Avino incalzava inoltre sostenendo che fosse tutta una questione politica, una gara tra chi si fosse accaparrata per primo la bandiera della vittoria, per poterla sventolare alla prima occasione elettorale. E ancora, la metteva giù dura nei confronti dei consiglieri comunali di maggioranza e opposizione di Somma Vesuviana, del sindaco (la lettera di cui sopra partì poi tre giorni dopo) e dell’assessore all’istruzione (prima di allora si vide soltanto un comunicato stampa a firma di Vittorio De Filippo, allora consigliere ed esponente di Fratelli d’Italia). A D’Avino replicò con lo stesso mezzo (una lettera al mediano.it) il dirigente scolastico del Diaz di Ottaviano, Sebastiano Pesce, precisando che il liceo Diaz non era per nulla in calo di iscrizioni e gradimento, definendo «immaginifiche» le riflessioni di D’Avino e rassicurando l’autore della missiva (definendolo «incauto e male informato) che il liceo di Ottaviano godeva ottima salute.

Circa un mese prima di questo edificante botta e risposta a mezzo stampa, al mediano.it aveva scritto anche il preside del Torricelli, Sabato D’Agostino, dicendosi amaramente «Non sorpreso dalla volontà di istituire un liceo scientifico ad Ottaviano, a soli tre chilometri da Somma e da San Gennaro, e a sei da S. Anastasia e da Poggiomarino, tutte sedi di scientifici, quanto dalla squallida diatriba in atto tra i politici locali, delle più disparate provenienze partitiche che stanno facendo a gara ad attribuirsi il merito (?), di essere venuti incontro alle esigenze del loro territorio, come se, poi, il “Torricelli” non fosse parte integrante anch’esso di questo territorio».

Sulla vicenda, a febbraio 2017, intervenne il sindaco di Ottaviano, Luca Capasso, criticando ogni tentativo di strumentalizzazione. «Sulla scuola bisognerebbe essere più seri» – disse allora Capasso commentando la raccolta firme che in quei giorni era sulla bocca di tutti e che serviva a chiedere che lo storico istituto di Ottaviano ottenesse anche il Liceo Scientifico. Il sindaco di Ottaviano affidò la sua riflessione ai social, con un post su facebook, così: «Il liceo classico A. Diaz, fiore all’occhiello di questo paese, non è e non è mai stato a rischio chiusura! Si discorre dell’apertura di una sezione aggiuntiva di scientifico, che in un primo momento, grazie al lavoro dell’assessore Perna, ci era stata concessa dalla Città Metropolitana e poi successivamente ci è stata negata dalla Regione Campania. Noi come amministrazione stiamo ricorrendo nelle sedi giuridicamente opportune.  Ben venga la raccolta firme ma che almeno sia informata». Alla richiesta di un commento sulla vicenda, raggiunto poi al telefono il giorno successivo, usò parole durissime nei confronti di chi stava strumentalizzando quella vicenda.

Nel frattempo, ad ottobre scorso, il Tar respinse il ricorso che l’amministrazione di Ottaviano aveva presentato contro la delibera regionale che rigettava la richiesta di ampliare l’offerta formativa del Diaz, così come deliberato dalla Città Metropolitana. Ma la “preoccupazione” in quel di Somma Vesuviana serpeggia ancora.Ora, con una missiva del Torricelli al nostro giornale, la querelle torna d’attualità: nella breve nota pervenutaci in redazione si fa notare, ancora, che nella zona vesuviana (ambito 20) funzionano ben 8 licei scientifici (Poggiomarino, Terzigno, San Gennaro Vesuviano, Somma Vesuviana, Sant’Anastasia, San Sebastiano al Vesuvio, Volla, San Giorgio a Cremano. E che, nonostante ciò, la Città Metropolitana propone alla giunta regionale della Campania l’istituzione di un nono corso scientifico. Dove? Ma ad Ottaviano, naturalmente. «Sulla base di quali valutazioni tecniche, scientifiche, didattiche, pedagogiche, culturali, sociali ed economiche e di quali linee guida sull’offerta formativa e sull’organizzazione della rete scolastica? Certo così non vengono applicate le linee guida indicate dalla Regione Campania nella delibera del 18 ottobre 2017. In tempi di decremento demografico, contenimento della spesa pubblica e lotta agli sprechi, decisioni di questo tipo appaiono motivate da considerazioni che nulla hanno a che vedere con le reali esigenze del territorio».

Per dirla con le parole dei dirigenti scolastici che lo scorso anno scrivevano al mediano.it, potremmo commentare in due maniere: «Ne vedremo delle belle» (cit. dirigente scolastico Ottaviano); o «E le stelle stanno a guardare» (cit. dirigente scolastico Somma Vesuviana). Fate vobis, verrebbe da dire se non avessimo frequentato il classico e non sapessimo, dunque, che non v’è locuzione più sgrammaticata.