Somma Vesuviana, controversie storiche sulla processione del Corpus Domini

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Prima del 1708 a Somma la processione del Corpus Domini iniziava dalla parrocchia di San Michele Arcangelo: un patto stabilito, durante il periodo aragonese, tra i quartieri di Somma offriva al Casamale la possibilità di costruire la cinta muraria e al quartiere Margarita, territorio ricadente nella giurisdizione parrocchiale di San Michele Arcangelo, la ricompensa di istituire la processione del Corpus Domini.

Ai nobili di Somma, inoltre, la Regina Giovanna III aveva già concesso nel 1493 il privilegio di reggere le mazze del Pallio sotto il quale era collocata la teca del Santissimo. Il 19 settembre 1600, il Vescovo di Nola, Fabrizio Gallo, istituì con suo decreto l’Insigne Collegiata nella preesistente Chiesa di Santa Maria della Sanità. La costituzione della Collegiata doveva comportare, come per altri paesi, uno spostamento della solenne processione dalla Parrocchia di San Michele Arcangelo nel quartiere Prigliano alla neo Collegiata nel quartiere Casamale. Tale trasferimento, però, non solo rompeva gli equilibri stabiliti ab antiquo dai precedenti Vescovi, che nelle loro Visite pastorali avevano sempre considerato la chiesa di San Michele Arcangelo idonea ai riti che officia, ma anche il sopra citato patto.  Il provvedimento, tanto sostenuto dal procuratore del Regno in Roma Marc’Antonio Grasso e dall’Università (governo locale), fu più volte revocato in pubblico Parlamento. Agli inizi del XVIII secolo la questione diventò spinosa e arrivò a Roma all’attenzione della Congregazione dei Sacri Riti, che aveva competenze riguardanti le questioni di cerimoniale. Stavolta alla richiesta della Collegiata si opponeva fermamente il parroco di San Michele Arcangelo Sac. D. Michele Cirillo, fresco di nomina, che adduceva al fatto che la Collegiata non aveva il beneficio parrocchiale. Il primo settembre 1708, dopo molte polemiche e dubbi, il Cardinale Gaspare Carpineus (1625-1714) decretò che la Processio in Festo Sanctissimi Corporis Christi incipere, & terminare habeat in Ecclesia Collegiata. Tale decreto fu confermato il 18 settembre 1709 con una Breve di Papa Clemente XI. La calma cessò e gli animi si accesero. Il giorno della festa del Corpus Domini alla prima uscita dalla Collegiata – come riferisce lo studioso Angelo Di Mauro – la processione fu interrotta nel quartiere Margarita, con lancio di pietre e acqua bollente dai balconi, dai giardini e con le animose donne del quartiere che si opponevano al passaggio del corteo. L’arciprete Andrea Castelli fu addirittura malmenato. Il Vescovo di Nola, Francesco Maria Carafa (1704-1737), informato dell’accaduto, scomunicò ventinove persone. L’anno seguente il corteo tentò un nuovo percorso: questa volta per la località detta Le Selici, ma ritornarono gli incidenti con altre scomuniche.  Nel 1713 il procuratore del Capitolo della Collegiata, Tommaso Sanseverino, ricevette addirittura intimazione a non svolgere la processione per Margarita, pena 50 ducati di multa.  La processione, allora, per motivi di irreverentia, fu sospesa definitivamente. Il 9 luglio 1718, però, il Cardinale Giuseppe Vallemani (1648-1725) autorizzò nuovamente la processione che tentò di disciplinarsi negli anni. Oggi, con le nuove direttive imposte dalla Curia nolana, la solenne Processione si è riorganizzata nel suo svolgimento: i nuovi provvedimenti hanno stabilito, infatti, che ogni anno il principio del corteo abbia una sede diversa per permettere così ai tutti fedeli sommesi di poter vivere e contemplare quest’ atteso momento annuale.

Alessandro Masulli