Sepolti in casa

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Accumulo compulsivo

Riempiono la loro casa di cose inutili fino a renderla invivibile: sono le persone che soffrono di disturbo da accumulo compulsivo.

Molti di voi conosceranno ciò di cui si sta parlando poiché i mass media hanno riservato grande attenzione a tale problema, quello dell’accumulo compulsivo. Tra le trasmissioni più seguite e che hanno riscosso maggior successo vi è l’americana “Sepolti in Casa”, trasmessa in Italia su Real Time. Chi soffre di tale condizione patologica è spinto ad accumulare e a raccogliere grandi quantità di oggetti, molto spesso inutili e inservibili e vive con estrema ansia all’idea di doversene disfare. Uno dei più famosi casi di accumulo compulsivo della storia fù quello dei fratelli Collyer di New York. Nati alla fine dell’ ‘800, fin da ragazzi i due fratelli dimostrano spiccate doti che lasciaano prospettare una vita di successo: dall’intelligenza acuta e vispa, si iscrivono entrambi alla Columbia University e guadagnano il diploma: Langley in ingegneria e Homer in diritto nautico. Homer è anche un eccellente pianista ma abbandona la carriera di musicista abbastanza presto, in seguito alle prime critiche negative. Langley sfrutta le sue conoscenze ingegneristiche per brevettare alcuni marchingegni che però non hanno successo. Dopo la morte dei genitori, i fratelli Collyer, rimasti orfani, reagiscono a questo cambiamento in maniera del tutto particolare: diventano sempre più solitari, e più eccentrici. Cominciano a collezionare oggetti trovati in giro per le strade che accatastano ovunque: giocattoli, carrozzine deformate, pezzi di violini, corde e cavi elettrici attorcigliati a pile di giornali vecchi di anni, cataste di scatoloni pieni di bicchieri rotti, cassepanche ricolme di lenzuola di ogni genere, fasci di decine di ombrelli, candelabri, pezzi di manichini, 14 pianoforti e un’infinità di altre cianfrusaglie senza alcun valore. Nel Marzo del 1947, mentre sta portando la cena a Homer, strisciando attraverso un tunnel scavato nella parete di pacchi di giornale, una parete di valigie e vecchie riviste gli crolla addosso, uccidendolo sul colpo. Qualche metro più in là sta seduto Homer, cieco e ormai paralizzato, impotente nell’aiutare il fratello. Morirà di fame e di arresto cardiaco qualche giorno più tardi. Dal racconto si evince chiaramente che il disturbo da accumulo compulsivo è a tutti gli effetti una seria problematica che non deve essere sottovalutata. Gli accumulatori compulsivi non sono semplici collezionisti. Infatti, le persone che si offrono di questo disturbo, differentemente dai collezionisti non amano mostrare agli altri i loro oggetti che sono tenuti in disordine e sparsi per la casa determinando serie compromissioni in ambito sociale, familiare e lavorativo. Considerando la gravità del disturbo è chiaro che per aiutare queste persone non occorrono ‘maniere forti’ (se non in casi estremi) come quelle di ripulire e di sgombrare con forza le loro abitazioni poichè azioni di questo tipo acuirebbero l’angoscia della persona e il suo attaccamento agli oggetti. In casi del genere occorre intervenire con efficaci programmi di recupero affidandosi a professionisti specializzati nel trattamento di questo tipo di psico-patologie.

IN-FORMA MENTIS

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