Il Consiglio permanente della CEI

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 Nel corso del Consiglio permanente Cei svoltosi a Roma dal 26 al 28 settembre, il cardinale Bagnasco ha sottolineato l’importanza per gli elettori di arrivare informati al referendum del 4 dicembre e l’esigenza di una rifondazione culturale dell’Europa.

La situazione della disoccupazione è “molto grave in Italia”. Lo ha ribadito ieri il cardinale Angelo Bagnasco, presentando il comunicato finale dei lavori del Consiglio permanente della Cei svoltosi a Roma da lunedì 26 settembre a mercoledì 28. Il presidente della Cei ha anche sottolineato la necessità per gli elettori di giungere adeguatamente informati all’appuntamento con il referendum del 4 dicembre e ha sostenuto l’esigenza di una “rifondazione culturale dell’Europa”. “O l’Ue riscopre la propria storia, lasciando da parte i miopi laicismi, o non si sa dove andremo a finire”. Il cardinale, incontrando i giornalisti, ha ripetuto la posizione già espressa nella prolusione. “Questo referendum – ha detto – è di importanza unica perché riguarda la Costituzione.  Speriamo che i cittadini si rendano conto di questo e colgano l’occasione di una partecipazione per esprimere la volontà popolare”. Non bisogna accontentarsi “del sentito dire”, ma informarsi di persona. Anche perché, ha sottolineato il cardinale, “in questo caso non c’è il quorum e dunque il risultato sarà quello fissato dalle scelte di va a votare”. I parroci non diano indicazioni di voto: “Il voto è segreto”. In generale i vescovi  invitano all’informazione personale: i media che afferiscono alla Cei continueranno ad avere questa posizione. E per gli scenari del dopo referendum, Bagnasco ha ribadito che “la prima preoccupazione dei vescovi è che si possa votare con cognizione di causa, cosa che attiene alla coscienza e all’intelligenza di ciascuno, è un esercizio di libertà che richiede responsabilità, che significa sapere le cose il meglio possibile. Il resto è sul piano più strettamente politico: si vedrà, in un modo o nell’altro, quello che sarà meglio sulla strada per il bene comune”.  Resta alta, inoltre, la preoccupazione dei vescovi per la questione lavoro. “Continua nelle parrocchie e nelle diocesi – ha detto il presidente della Cei – la processione di gente che ha perso il lavoro o non lo trova. Di tutte le età. La Chiesa, oltre a esprimere vicinanza cerca di trovare percorsi e buone prassi che possano creare lavoro, anche se non è suo compito specifico. Anche la Settimana sociale che si terrà a Cagliari nell’autunno del 2017 sarà improntata a questo tema”. Per quanto riguarda l’Europa  il vecchio continente, ha detto il cardinale, ha bisogno di una “rifondazione culturale”. E’ evidente che “c’è necessità di più Europa”, ma “manca il fondamento”, che è costituito “dall’humus cristiano”. “Il cristianesimo non è archeologia” e perciò “l’humus cristiano va riconosciuto non solo verbalmente, ma effettivamente”. Bagnasco ha spiegato che non intendeva parlare nella prolusione di un eurocentrismo, ma richiamare quella che è la missione dell’Europa nel consesso degli altri continenti. In sostanza “richiamare il mondo al dovere di governare il potere tecnologico, il quale altrimenti si può ritorcere contro l’uomo”.

Come sempre, il cardinale ha toccato punti di estrema attualità e di importanza sociale. Tutti siamo invitati alla riflessione seria e impegnativa.