Il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri, ha querelato l’ambientalista più noto del territorio acerrano, Alessandro Cannavacciuolo, 30 anni, figlio dei pastori le cui greggi furono sterminate dalla diossina che impregnava i foraggi dell’agro acerrano. Cannavacciuolo è anche il principale accusatore in sede giudiziaria dei fratelli Pellini, i tre imprenditori dello smaltimento dei rifiuti condannati in via definitiva a sette anni di reclusione per aver provocato un disastro ambientale nella Terra dei Fuochi. Intanto a seguito della denuncia di Lettieri la prima udienza del processo a carico di Cannavacciuolo si terrà lunedi prossimo, 14 maggio, davanti al giudice monocratico di Nola. L’ecologista è finito alla sbarra perché aveva scritto nell’agosto del 2016 , in un post pubblicato sulla sua pagina Facebook, che “Raffaele Lettieri, sindaco di Acerra, ha attuato una condotta gravemente omissiva ed inerte circa la bonifica dell’area inquinata di Calabricito”. In pratica Cannavacciuolo ha accusato Lettieri di “alimentare, con la sua inerzia amministrativa, l’inquinamento dell’agro acerrano”. Parole che hanno stizzito il primo cittadino, che con una delibera ha dato mandato al suo legale, Francesco Picca, di costituirsi in giudizio. Si tratta di un incarico pagato dal Comune per un importo complessivo di circa 2200 euro. E’ la quarta querela del sindaco di Acerra indirizzata a Cannavacciuolo. Le prime tre non hanno avuto esito giudiziario. Sono state tutte archiviate. Alcune dagli stessi pubblici ministeri e altre dai giudici per le indagini preliminari. Questa volta però si aprirà un processo. “E’ un processo che ho voluto io – rintuzza però Cannavacciuolo – e che io stesso ho voluto rendere noto”. In effetti la querela di Lettieri relativa al post Facebook “incriminato” aveva indotto il pubblico ministero della procura di Nola a chiedere al giudice per le indagini preliminari a carico di Cannavacciuolo un decreto penale di condanna, vale a dire una multa di circa 500 euro. Ma l’ambientalista si è opposto chiedendo la citazione diretta a giudizio “per dimostrare che i fatti riportati nello scritto pubblicato sul social sono completamente fondati”. “Ci sono aree in località Calabricito, nella campagna a nord di Acerra – spiega il leader ecologista – che sono state segnalate da anni dagli organi competenti e dove c’è la necessità di provvedere a un’immediata bonifica. Ma ancora oggi la bonifica non è mai stata attuata. Bisogna inoltre ricordare – puntualizza Cannavacciuolo – che pochi mesi dopo il mio post pubblicato su Facebook erano stati i carabinieri della Forestale, così come riportato dalla stampa, a denunciare il sindaco per aver omesso la bonifica di alcuni terreni di contrada Calabricito. A indagare su questa ipotesi di reato è stato il pubblico ministero della procura di Nola Maria Cristina Amoroso, che ha anche notificato a Lettieri un avviso di garanzia”. Cannavacciuolo conclude affermando che “sarebbe giusto che Lettieri incaricasse gli avvocati utilizzando soldi propri e non quelli pubblici, così come invece è stato ripetutamente fatto finora”.
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