Eva Cantarella, storica dell’antichità e del diritto antico, autrice di numerosi libri su personaggi del mito antico e della storia greca e romana, ha spiegato, rispondendo alle puntuali domande degli alunni del Liceo, che i valori della civiltà classica e gli insegnamenti della storia sono fondamentali anche nella società globale.
Martedì,13 marzo, a Ottaviano, nella sede di via Camillo Peano Eva Cantarella ha incontrato gli alunni e i docenti del Liceo “A.Diaz” – c’erano anche ex alunni e ex docenti- e ha parlato delle eroine di ieri e di oggi, sviluppando gli aspetti affascinanti di un tema che sta al centro dei suoi studi, e rispondendo alle domande degli alunni. Eva Cantarella è impegnata da anni in una rilettura radicale del sistema sociale greco e latino, e dei segni che la struttura e le trasformazioni di questo sistema hanno lasciato sulla storia della letteratura e delle arti figurative. I titoli stessi delle sue opere danno la misura della novità e dell’ampiezza dei suoi interessi: “L’ambiguo malanno. La donna nell’antichità greca e romana”, “Come uccidere il padre. Genitori e figli da Roma ad oggi”, “Diritto romano. Istituzioni e storia”, “Dammi mille baci. Veri uomini e vere donne nell’antica Roma”, “Itaca: eroi, donne, potere tra vendetta e diritto” . Il Dirigente Scolastico, prof. Pesce, e le docenti incaricate di fare da moderatrici, e cioè le prof.sse Del Giudice e Cianciulli (foto in appendice) hanno sottolineato, variando i punti di vista, l’importanza del lavoro di Eva Cantarella, impegnata a dimostrare l’attualità dei valori e dei princìpi del mondo classico: l’attualità nella diversità, l’attualità nella continuità. Per esempio, nel libro “Come uccidere il padre”, la studiosa spiega che le tensioni all’interno della famiglia non sono una caratteristica solo del nostro tempo, ma la frequenza del parricidio sollecitò già l’attenzione dei giuristi latini. Le civiltà classiche sono l’espressione di un mondo diverso dal mondo di oggi: e tuttavia proprio questa diversità, sostiene la studiosa, deve sollecitarci a studiare il passato, a confrontarci con la storia. La storia è il fondamento della conoscenza, perché ci dice chi siamo e perché siamo quello che siamo.
Gli alunni hanno rivolto alla studiosa interessanti domande sull’influenza che le eroine del mito e i personaggi della letteratura dei Greci e dei Romani hanno esercitato sulla letteratura e sull’immaginario dei secoli successivi. Il personaggio che più di ogni altro ha sollecitato la curiosità dei ragazzi è Penelope, la moglie di Ulisse, di cui Eva Cantarella fa, nel libro su Itaca, un ritratto interessante e, per certi aspetti, sorprendente. Penelope è saggia, conosce le arti femminili, è fedele a un marito che non conosce la virtù della fedeltà alla moglie. Penelope è astuta: lo dimostra l’inganno della tela tessuta di giorno, e disfatta di notte, lo dimostrano l’abilità con cui tiene a bada i Proci, i pretendenti, e l’interrogatorio a cui sottopone Ulisse, per convincersi che quell’uomo è veramente suo marito. Già gli antichi sospettarono che questa donna astuta non fosse rimasta fedele al marito, e all’inizio dell’Odissea il figlio Telemaco rivela a Menelao e a Elena che non sa fino a quando la madre riuscirà a resistere ai Proci che le fanno preziosi doni, per strapparle il consenso a nuove nozze. In realtà, la Penelope di Omero, ha spiegato la studiosa, è il modello a tutto tondo della donna greca: è virtuosa, e nello stesso tempo mostra i segni dei difetti che l’uomo greco attribuiva alle donne. E da qui all’analisi del ruolo della donna nella società contemporanea il passo è stato breve.
Tra l’altro, Eva Cantarella ha la preziosa capacità di conquistare l’attenzione del pubblico e di trovare sempre il punto di contatto tra i complessi temi della civiltà classica e l’esperienza personale di chi ascolta: insomma, sa trasformare la conferenza in un dialogo, perché sa ascoltare con sincera attenzione e con grande rispetto i suoi interlocutori. Bisogna anche dire che i ragazzi del Liceo si erano preparati con grande serietà all’incontro, e alla fine erano evidentemente soddisfatti di aver conquistato la definitiva certezza che lo studio del mondo classico e della storia resta fondamentale anche nella società della globalizzazione.
Il nostro augurio è che il Dirigente e i docenti invitino anche altri studiosi impegnati a dimostrare, con i loro libri, l’eternità dei valori che il mondo antico ci ha trasmesso con le opere letterarie, con i monumenti, con le arti figurative.