Gli Istituti Tecnici Superiori possono dare risposte al mercato del lavoro

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La sfida degli ITS per un serio rilancio della cultura tecnico/professionale.

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministro dello Sviluppo Economico, il Ministro dell’Economia e delle Finanze ha emanato nel corso di quest’anno (7 febbraio 2013) le linee guida in materia di semplificazione e promozione dell’istruzione tecnico professionale che riorganizzano il sistema degli Istituti Tecnici Superiori fissando il ruolo di tale strutture di formazione post secondaria che, delineatesi sempre più e sempre meglio nell’ultimo decennio, integrano istruzione, formazione e lavoro e offrono ai giovani di conseguire un diploma di Tecnico Superiore di accedere al mondo del lavoro all’interno del proprio ambito specifico di lavoro in diverse aree tecnologiche.

Il D.Lgs:163/2006 avviò tale processo configurando gli ITS come Fondazioni di partecipazione di natura privata con personalità giuridica di diritto pubblico.
La prima Conferenza dei Servizi, tenutasi a Roma nel marzo 2011, il Convegno internazionale di Firenze, i Seminari con i Dirigenti scolastici, gli incontri con i Presidenti delle neonate Fondazioni ITS e le numerose iniziative previste anche dal DPCM del 2008 con cadenza annuale hanno tenuto vivo il dibattito orientato ad un costante work in progress, evitando mere teorizzazioni di quanto il CEDEFOP 2020 richieda in termini di fabbisogno di competenze e le previsioni di occupazione.

In tal senso, quindi, l’ITS può costituire non solo la richiesta di quella professionalità intermedia di natura tecnica e professionale di cui il nostro paese si mostra deficitario sul mercato del lavoro a livello europeo, ma anche la parte terminale della filiera del vasto ambito di istruzione e formazione tecnica e professionale che in questo momento è soggetta ad un profondo processo di riforma sulla scorta dei principali documenti di riflessione ed in particolare il Libro Bianco sul modello sociale, il Piano d’Azione Italia 2020, il Rapporto sul futuro della formazione in Italia, il Seminario Nazionale “Garantire la qualità dell’Istruzione e formazione Professionale: la peer Review, una metodologia innovativa, tenutosi a Roma il 13 giugno del 2013.

Tra i vari punti del Decreto oggetto di questa riflessione sembra degno di nota l’approccio metodologico e tecnico organizzativo che caratterizza tale documento laddove in particolare sottolinea il “confronto sistematico con le parti sociali e gli altri soggetti interessati del mondo del lavoro e delle professioni, anche per sostenere lo sviluppo di piani multiregionali di intervento per ambiti complessi, mirati a valorizzare la complementarietà tra filiere produttive e filiere formative, nonché per l’aggiornamento periodico degli ambiti e delle figure nazionali di riferimento degli I.T.S. ed il monitoraggio e valutazione dell’applicazione delle linee guida di cui al presente decreto, anche con il coinvolgimento dei Presidenti delle Fondazioni I.T.S.”.

La costante e pervasiva diffusione delle Scienze e delle Tecnologie impone continui cambiamenti e le sfide provenienti dalle nuove zone di sviluppo mondiale potrebbero trovare una risposta importante in un cambiamento o in una evoluzione della formazione tecnica competitiva e che possa dare priorità agli investimenti in cultura e formazione proprio in un momento di crisi, precarietà e recessione che fa sentire i suoi risvolti negativi sul piano occupazionale penalizzando soprattutto i giovani del nostro tempo.

I fattori di sviluppo infatti sono da ricercarsi nella formazione e nella crescita professionale che possono costituire il volano di sviluppo sia rispetto alle soluzioni indicate nel succitato piano di azione di occupabilità dei giovani 2020, sia per il rilancio del Sud del nostro Paese.

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